E stata resa nota la decisione della Corte Costituzionale sulle modifiche alla legge sugli appalti attuate dalla Regione Siciliana: illegittimità costituzionale riguardante i commi 1 e 2 dell’articolo 4, oltre che l’articolo 13 della legge.
“Prendiamo atto della sentenza della Corte Costituzionale che ricolloca la competenza nella disciplina dei pubblici appalti in capo allo Stato – lo afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone.
Sapevamo, quando abbiamo avviato il contenzioso, che il giudizio aveva margini stretti, ma valeva la pena farlo per il merito della questione, nonché nel rispetto dello spirito dello Statuto siciliano.
In questo anno e mezzo, la norma voluta da tutte le Associazioni datoriali ha comunque sortito il positivo effetto di comprimere i ribassi praticati dalle imprese.
Questo ha portato al beneficio di lavori aggiudicati con un ragionevole utile di impresa, scongiurando il rischio che offerte troppo al limite potessero incidere sulla qualità delle opere.
Altro elemento essenziale: sono state espletate circa duecento gare con un contenzioso ridotto praticamente a zero. Qualcuno, prima di commentare, dovrebbe studiare o comunque approfondire meglio l’argomento. Il Governo Musumeci, come naturale, darà applicazione al dettato della Corte”.
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