ROMA (ITALPRESS) – “Nelle ultime sei settimane i casi stanno aumentando, i soggetti in terapia intensiva sono triplicati, nell’ultima settimana sono stati intercettati 691 nuovi focolai e l’indice di contagio, il famoso Rt, è arrivato a 1,14. Ma tutti questi numeri non sono rilevanti: la situazione è naturale e perfettamente gestibile. Dimostra la capacità di individuare i positivi e di controllarli. Ci dobbiamo abituare alla presenza del virus”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, Fabrizio Pregliasco, ricercatore all’Università degli Studi di Milano e Direttore sanitario Irccs Istituto Galeazzi di Milano fa il punto sull’attuale diffusione del virus e sui possibili scenari che ci aspettano. La più grande preoccupazione, al momento, è il rientro a scuola che getta genitori, insegnanti e alunni nell’incertezza più totale.
“La scuola – dice – è uno ‘stress test’ e la partenza preoccupa. Non sappiamo che cosa succederà, ci sono complicazioni organizzative, è indubbio che ci saranno focolai e emergeranno problemi per le famiglie. Ma penso che i problemi si potranno affrontare e risolvere”. “I 1.600 contagi di ieri – spiega – sono diversi da quelli di alcuni mesi fa. Oggi riusciamo a intercettare infetti e asintomatici che prima non vedevamo e, quando necessario, a trattarli precocemente (il caso di Silvio Berlusconi è emblematico: intercettato subito, quando aveva un’altissima carica virale, è stato trattato con antivirali, con successo, ndr). Ma il virus non è cambiato”.
“Sono ottimista, ma prudente – sottolinea -. Prepariamoci a una seconda ondata ed, eventualmente, pensiamo a lockdown mirati. Ma se riusciamo a intercettare i casi e, soprattutto, se ci sarà una buona risposta dalla sanità territoriale (compresi i medici di base, ndr) per il controllo della situazione, potremo stare tranquilli. Bisogna evitare psicosi verso questa patologia: ci sono altre malattie che si stanno trascurando e richiedono assistenza”. L’obiettivo adesso è quello di ridurre al minimo i rischi di contagio, con le regole di prevenzione “classiche”. “E in più – aggiunge – occorre promuovere la vaccinazione anti-influenzale (e anche quella contro lo pneumococco, responsabile di polmoniti, ndr). Le vaccinazioni, di qualsiasi tipo, ‘allenano’ il sistema immunitario a difendersi contro le infezioni”. Ed a proposito dei vaccini anti Sars-CoV-2, commenta “un vaccino non deve arrivare per primo, ma deve essere efficace e sicuro”.
(ITALPRESS).
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