Coronavirus dati Sicilia, i casi crescono incidono migranti e chi torna dall’estero

Coronavirus dati Sicilia. Continua a crescere il numero di contagi nell’isola. Secondo i dati forniti ieri dal Ministero della Salute, i positivi al Coronavirus in Sicilia sono altri 27, a fronte di 2412 tamponi. Un lieve rallentamento rispetto ai 30 casi registrati giovedì, ma questi numeri fanno ancora paura.

Coronavirus dati Sicilia, registrati 27 nuovi casi positivi

Dei 27 positivi, 14 sono migranti che si trovano in quarantena. Gli altri invece sono così suddivisi nelle varie province siciliane: 6 a Catania, 3 a Messina, 3 a Ragusa e 1 a Palermo.

Tutti i nuovi positivi al Coronavirus si trovano attualmente in isolamento domiciliare, in quanto non presentano gravi problemi di salute.

Sale così a 369 il numero di attuali positivi. Tra questi, 328 sono in isolamento domiciliare, 37 i ricoverati in ospedale, mentre 4 si trovano attualmente nei reparti di terapia intensiva dell’isola.

Dall’inizio della pandemia il totale dei casi è arrivato a 3.396, con 2.743 guariti. I decessi rimangono invariati a 284.

Preoccupazione per un giovane risultato positivo dopo aver partecipato a una serata in discoteca con oltre 1000 persone

Preoccupazione per un caso di contagio nel catanese. Un ragazzo di 17 anni è infatti risultato positivo al nuovo Coronavirus dopo aver partecipato ad una festa in discoteca. Anche il padre del giovane ha dato esito positivo, pur non avendo nessun sintomo.

Alla serata danzante hanno partecipato oltre mille persone, dato che fa salire la paura dei sanitari sul rischio di propagazione del virus nella zona.

I medici dell’Asp hanno immediatamente avviato il “contact tracing” per identificare chi possa essere stato a contatto con il ragazzo. Nel frattempo le istituzioni hanno raccomandato a chi ha partecipato alla serata in discoteca di monitorare il proprio stato di salute, e allertare l’ospedale in caso di sintomi ricollegabili al Covid.

La Sicilia diventa la regione italiana con il maggiore indice di trasmissibilità del virus

E la movida estiva nell’isola potrebbe essere tra le principali cause dei nuovi focolai di Coronavirus registrati negli ultimi giorni. Le feste e le serate in pub e locali senza troppe precauzioni hanno portato l’abbassamento dell’età media dei contagiati siciliani.

Ma il dato sul quale esperti e istituzioni stanno rivolgendo la propria attenzione al momento è l’indice di contagio da Coronavirus. L’indice RT, che abbiamo imparato a conoscere durante i mesi di quarantena, fornisce un’idea circa il numero di persone che ciascun malato può contagiare, e quindi sulla trasmissibilità del virus in un certo posto.

E negli ultimi giorni l’indicatore in Sicilia è schizzato a 1,62, più di quanto registrato in Lombardia e Veneto. Il dato fa diventare l’isola la regione con il valore RT più alto in Italia.

Musumeci: “Chiudo tutto se i contagi aumentano”

E con l’aumentare dei casi cresce il timore per una nuova chiusura della Sicilia e un ritorno alla Fase 1 di risposta al virus. A lanciare l’allarme è il governatore siciliano Nello Musumeci.

“Quindici giorni fa ho lanciato un appello, ma mi pare che non sia stato raccolto e quindi non escludo che ci possano essere misure ulteriormente restrittive. Nel frattempo sono stati chiusi alcuni esercizi commerciali, pensiamo nei prossimi giorni, con le forze dell’ordine, preposte a questo servizio, di chiuderne altri perché i gestori non impongono ai propri clienti il rispetto delle norme di prevenzione e di cautela”.

Saranno i numeri a dire alle istituzioni se sarà nuovamente necessario chiudere tutto, afferma Musumeci. Il presidente della Regione Sicilia ha rinnovato il suo appello a godere di questa estate in relax ma con qualche piccolo sacrificio: “La mascherina, il distanziamento, mantenere un metro di distanza, penso che sia il minimo per evitare di fare concorrenza alle Regioni del Nord in termini di coronavirus. Siamo stati così bravi per 3 mesi con la linea della fermezza e del rigore. Credevo di poter avere fiducia nella responsabilità dei siciliani non vorrei ricredermi”.