ROMA (ITALPRESS) – Conflavoro Pmi ha inviato stamane una comunicazione urgente al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e alla dirigente della terza divisione per la vigilanza sugli ammortizzatori sociali, Rita Cammuso. Oggetto della missiva la richiesta di “chiarimenti circa l’automatismo delle prestazioni di integrazione salariale in funzione dell’emergenza Covid-19, in special modo rapportato alla pretesa del fondo FSBA di subordinare tali prestazioni all’iscrizione e alla regolarizzazione contributiva degli artigiani richiedenti nei confronti dello stesso fondo”. “Fsba, a oggi, richiede che le imprese artigiane siano iscritte al fondo stesso per poter effettuare domanda di cassa integrazione, richiedendo inoltre eventuali arretrati di 36 mesi per chi non fosse in regola con i contributi. Noi – spiega Roberto Capobianco presidente di Conflavoro Pmi – in virtu’ anche della circolare Inps 47/2020, abbiamo chiesto indicazioni in merito al ministro Catalfo poiche’ riteniamo che Fsba abbia interpretato la norma in modo erroneo. Noi non riteniamo cioe’ necessario che le imprese artigiane, per accedere agli ammortizzatori sociali d’emergenza, debbano iscriversi e versare contributi arretrati a Fsba. Secondo Conflavoro Pmi non sono tenute a farlo ne’ per legge ne’ per contrattazione”. “Siamo convinti – prosegue la nota – che il DL 18/2020 abbia solo la mera volonta’ di indicare, come erogatori della cassa integrazione, i fondi di solidarieta’ bilaterali di cui all’articolo 27 del Dlgs 148/2015. E che dunque non sia legittimo da parte di Fsba, che e’ appunto un fondo di solidarieta’ bilaterale, procedere a un indiscriminato recupero contributivo anche nei confronti di chi non aveva in precedenza nessun obbligo di iscrizione al fondo suddetto. Non riscontriamo – sottolinea Roberto Capobianco – nemmeno il rischio di creare disparita’ con le imprese artigiane che, gia’ prima dell’emergenza, esclusivamente per scelta propria, aderivano a Fsba”. “Quindi – conclude il presidente di Conflavoro Pmi – ribadiamo che non riscontriamo alcun motivo per il quale gli artigiani debbano corrispondere in modo retroattivo dei contributi a un fondo al quale, evidentemente, non avevano interesse ad aderire nella normalita’ delle cose”.
(ITALPRESS).
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