Coronavirus, Arcuri “Curva si sta congelando ma servono vaccini”
ROMA (ITALPRESS) – “La curva dei contagi si sta raffreddando se non congelando. Oggi il numero degli italiani ricoverati in ospedale e’ ancora una volta inferiore. Oggi c’e’ un’altra notizia, per la prima volta il numero degli italiani ricoverati in terapia intensiva e’ inferiore, e’ un segno di speranza e testimonianza che la molteplicita’ progressiva di misure messe in campo sta iniziando a produrre effetti”.
Lo ha detto il commissario straordinario all’emergenza, Domenico Arcuri, in conferenza stampa. “I dati si vanno consolidando e i numeri ci confortano sulle scelte fatte e ci confermano che la responsabilita’ degli italiani resta alta. Il virus e’ ancora tra noi, non l’abbiamo sconfitto – ha ribadito – lungi dal considerare i dati di questi giorni come definitivi, ma le misure stanno procedendo degli effetti. E’ lontana da noi la conclusione di questa emergenza, ma tutto quello che c’e’ intorno a noi ci offre qualche conforto e ci fa preparare a cogliere qualche speranza”. Il commissario ha sottolineato la preparazione della più grande campagna di vaccinazione. “Solo l’inizio della vaccinazione di massa ci consentira’ di voltare pagina in questa lunga e drammatica storia che ha afflitto e continua ad affliggere il nostro Paese. Il ministro della Salute la prossima settimana illustrera’ i tratti salienti della campagna di vaccinazione, siamo certi che il Parlamento possa comprendere la complessita’ di questo piano”.
Parlando delle prossime festività natalizie Arcuri ha raccomandato: “Non dobbiamo commettere gli errori che nel passato, anche recente, abbiamo commesso. Non possiamo ignorarlo nemmeno nelle feste, il migliore regalo di Natale che possiamo fare a noi stessi e ai nostri cari e’ tenere alta la guardia, avere come obiettivo primario il contrasto dell’epidemia”. Su una possibile riapertura delle scuole ha poi sottolineato che “per noi tenerle chiuse e’ sinonimo di dolore e difficolta’, ci sara’ nelle prossime settimane il tempo di discutere di questo aspetto con l’obiettivo di evitare che ci possa essere una recrudescenza”. E sulla app Immuni ha concluso: “Ha ormai oltre 10 milioni di download, non ha per ora sortito i risultati, in termini di discovery dei contagiati, che ci si poteva aspettare. Continuo a pensare che sia uno strumento importante, ma per essere efficace c’è bisogno di un rapporto di mutua collaborazione tra la app e chi la scarica”.