Corleone. I resti di Rizzotto e Verra nelle cappelle gentilizie del Cimitero
Placido Rizzotto e Bernardino Verra, i due sindacalisti corleonesi assassinati dalla mafia rispettivamente nel 1948 e nel 1915, verranno seppelliti uno accanto all’altro nella necropoli di Corleone. I…
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di redazione
Placido Rizzotto e Bernardino Verra, i due sindacalisti corleonesi assassinati dalla mafia rispettivamente nel 1948 e nel 1915, verranno seppelliti uno accanto all’altro nella necropoli di Corleone. I resti dei due eroi del movimento contadino saranno tumulati in due cappelle gentilizie, in stile liberty, risalenti ai primi anni del ‘900 che da tempo non ospitano feretri e sono di proprietà del Comune che le ha acquisite dopo la decadenza delle concessioni alle famiglie nobiliari che ne erano in possesso. A restaurale sarà la Cgil. Bernardino Verra attualmente è ospitato in un loculo del Cimitero. Intanto in vista dei funerali di Stato deliberati dal consiglio dei Ministri si è tenuto un incontro preparatorio per definire appunto la sepoltura dei resti di Placido Rizzotto, recuperarti tre anni fa dalla Polizia ed identificati grazie all’esame del Dna. Alla riunione è stato deciso di tumulare Rizzotto e poi anche Verra nelle cappelle gentilizie. ‘Credo che il luogo individuato, oltre a garantire una degna sepoltura a Rizzotto ha una forte valenza simbolica -dice il sindaco Nino Iannazzo- la mafia -continua- voleva nasconderlo al mondo e Corleone, che ne ha sempre tenuto viva la memoria, lo tumulerà nella ‘migliore’ sepoltura gentilizia del cimitero monumentale in modo che -conclude Iannazzo- nessuno possa essere onorato con Verro altro eroe corleonese e simbolo delle lotte contadine del secolo scorso’. Domani mattina, invece, la Cgil e la camera del lavoro di Corleone hanno organizzato a partire dalle 9.30 una giornata di riflessione sulla figura di Placido Rizzotto al cinema Martorana. Si tratta di un appuntamento per riaffermare che i funerali di Stato non bastano, e che ‘ come ha ribadito Susanna Camusso, segretario nazionale della Cgil, con una lettera al presidente Monti ‘ serve riaprire le indagini per accertare fino in fondo una verità negata per 64 anni.