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Cordaro: “Il governo Crocetta ha fatto finora solo una politica fatta di slogan”

Il capogruppo all’Ars di Cantiere popolare Grande Sud, Toto Cordaro, fa un bilancio del 2013 che è stato un anno in cui in Governo Crocetta si è dimostrato spesso incapace di grandi riforme economiche ed amministrative per la Sicilia. I fondi europei 2007/2013 sono un’occasione per dimostrare di saper investire bene in Sicilia. Cordaro ritiene che l’operato del governatore e della sua giunta siano stati insufficienti e inefficaci, fatti di una politica ricca solo di propaganda e slogan.

I fondi europei in Sicilia spesso non sono stai utilizzati abbastanza, per il prossimo anno come si può cambiare questo trend?
“Il 31 dicembre 2013 si chiude una fase del finanziamento dei fondi europei e del piano 2007/2013, ma si deve fare un bilancio  e valutare se questi fondi siano tati ben investiti o meno. Se ciò non dovesse accadere noi perderemo queste somme, che verrebbero riportate a Bruxelles. Questo significherebbe  una perdita secca senza possibilità né di contropartita né di mediazione. Il gruppo Cantiere popolare Grande Sud ha cercato d’assumere un atteggiamento di opposizione responsabile. Il presidente Crocetta ha assicurato che i fondi verranno spesi, ma noi lo attendiamo alla verifica delle sue parole con l’auspicio che questo non sia un ulteriore spot che si trasformi in un ulteriore flop. Noi speriamo piuttosto che  questi fondi, essenziali per lo sviluppo della Sicilia, per il turismo, per l’agricoltura, vengano ben spesi”.

Questi sono giorni di protesta nei quali in molte piazze italiane il gruppo del Coordinamento 9 dicembre è sceso in piazza, ex Forconi. Quest’anno, inoltre, sono chiuse parecchie imprese siciliane e c’è sempre una più alta percentuale di giovani siciliani disoccupati. Lei cosa ne pensa di questa situazione socio politica della nostra Isola?

“Io penso che la politica abbia il dovere di fare tutto ciò che necessario per dare risposte alla società. Per il nostro gruppo parlamentare non basta affermare di essere opposizione. E’ necessario creare presupposti di sviluppo reale per creare reddito vero che produca lavoro vero. Per  questa ragione la nostra opposizione in assemblea non è mai stata strumentale e categorica. Ma il nostro è stato un atteggiamento pronto al dialogo. In questo momento il governo ha portato la legge finanziaria in aula e speriamo che porti delle misure che siano nell’interesse esclusivo dei siciliani. Solo in questo caso noi discuteremo riforme utili in tal senso e cercheremo anche di migliorarle”.

Il governo Crocetta è stato accusato di una politica fatta di slogan, poco concreta. Il prossimo anno il vostro gruppo parlamentare come pungolerà questo governo per fare le riforme necessarie?

“Noi in questo anno abbiamo sentito spesso una serie di messaggi  propagandistici, che poi non si sono trasformati in niente di concreto e positivo per la Sicilia. Un esempio è l’abolizione delle province  che sono state soppresse con una uscita di crocetta durante in programma ‘Domenica in’. Oggi siamo vicini al 31 dicembre 2012 e avremmo dovuto già parlare concretamente della creazione dei liberi consorzi dei comuni. Ci troveremo a fine mese, invece, a dover prorogare l’incarico agli attuali commissari delle province.  Per noi i punti focali che devono essere discussi e approvati all’Ars sono la sburocratizzazione della Regione, il richiamo delle persone che vogliono investire nella nostra isola, un’attenzione maggiore verso l’economia reale, il sostegno al credito d’imposta per chi vuol dare risposte reali al mondo dell’occupazione. Bisogna però evitare che le start up dei giovani siano per loro qualcosa d’insostenibile. In Sicilia rispetto alle altre regioni d’Italia abbiamo un grande problema che è quello dei precari. Queste persone non sono animali, ma sono esseri umani che vanno tutelati perché alle loro spalle ci sono famiglie. Questa gente va salvaguardata con delle proroghe e bisogna anche sedersi attorno ad un tavolo per capire quale possa essere il modo per stabilizzarli”.

La Sicilia dovrebbe avere una autonomia che nasce proprio dal suo Statuto con gli articoli 37 e 38. Con questo governo si è cercato di raggiungere questa meta?

“Con il Governo Crocetta noi siamo andati indietro, perché nella legislatura 2001/ 2006 c’era stata una grande battaglia per l’attuazione degli articoli 37 e 38 del nostro Statuto. La loro attuazione avrebbe significato un’autonomia economica che oggi non c’è. Ma perché è necessaria un’autonomia? Perché tutti gli insediamenti produttivi, industriali ed economici dovrebbero pagare le tasse nel luogo dove hanno la sede di produzione e non nel luogo dove hanno la sede legale, questo fatto avrebbe svoltato la partita della Sicilia. Un governo autorevole avrebbe la possibilità di sbattere i pugni sul tavolo, ma Crocetta non lo ha ancora dimostrato. Io spero che il 2014 possa essere un anno di svolta anche sotto questo profilo d’autonomia. Crocetta ci ha più volte ribadito che il governo nazionale Letta è amico. Se lo è veramente il governatore ci spieghi come questi due governi abbiamo aiutato la Sicilia a diventare più autonoma  e meno disagiata”.

Che voto da finora al governo Crocetta?

“Io do un bel tre, perché al d là dell’entusiasmo iniziale, non è seguita una politica capace di un’apertura di credito che il mondo imprenditoriale aveva chiesto insieme ai media e alla società civile. In realtà questo governo si è dimostrato assolutamente incapace. Eccezion fatta per due assessori che hanno dimostrato capacità e professionalità. Tutto il resto della giunta è composta da brave persone, che non sanno cosa sia la politica né l’amministrazione”.

Silvia Iacono

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