Controlla la pensione e mancano 250 euro: non è colpa sua, ma della nuovissima legge | Nessuno ha scampo
A qualcuno potrebbero mancare oltre 250 euro al mese, cosa succede a fine gennaio.
A gennaio, i pensionati vedranno un incremento nei loro assegni previdenziali, ma il calcolo delle pensioni cambierà rispetto agli anni precedenti. Sebbene il decreto sulla perequazione sia già stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, la rivalutazione per il 2024 risulterà meno favorevole rispetto al passato. Tuttavia, l’attenzione dei pensionati è rivolta soprattutto alle possibili novità legate alle perdite subite nel 2024.
Molti pensionati hanno subito riduzioni significative sugli importi dovuti alla perequazione parziale. Per alcuni, il taglio mensile ha superato i 250 euro, con un impatto annuo considerevole. C’è molta attesa per una possibile decisione della Corte Costituzionale che potrebbe garantire un rimborso o un recupero delle somme perse.
Un ex direttore scolastico ha presentato ricorso contro i tagli alle pensioni superiori a quattro volte il minimo. La questione è ora al vaglio della Consulta per presunta incostituzionalità. Secondo il ricorrente, i tagli violano il principio costituzionale che collega retribuzione e qualità del lavoro.
Nel 2024, le pensioni sono state rivalutate in base a fasce percentuali decrescenti. Solo le pensioni fino a 2.394,44 euro hanno ricevuto il 100% della rivalutazione. Per importi più elevati, la percentuale è diminuita progressivamente, causando perdite significative di potere d’acquisto.
Le perdite concrete: alcuni esempi
Un pensionato con un assegno di 3.500 euro ha subito una perdita mensile di 87 euro, pari a oltre 1.000 euro annui. Per importi superiori a 5.500 euro, il taglio annuo ha superato i 2.000 euro. Questi numeri illustrano l’entità delle somme in gioco.
La Corte Costituzionale si riunirà a gennaio per decidere sul ricorso. In caso di esito favorevole, il governo potrebbe essere obbligato a rimborsare integralmente o parzialmente i pensionati penalizzati, come accaduto con il Bonus Poletti.
L’impatto della decisione sul futuro delle pensioni
Un eventuale rimborso potrebbe influenzare anche le rivalutazioni future. Gli importi più bassi del 2024 si rifletteranno sugli aumenti previsti per il 2025, generando ulteriori disparità.
La decisione della Consulta rappresenta una tappa fondamentale per ristabilire equità nel sistema pensionistico e garantire un adeguamento più giusto alle pensioni, in linea con il tasso di inflazione.