Gioco illegale, operazione a Messina, Catania e Siracusa
I funzionari dell’Agenzia delle Accise Dogane e Monopoli, Direzione Giochi – Ufficio Controlli Giochi – coordinati dal Gruppo CP-Operazioni, congiuntamente al personale delle Sezioni Controlli territorialmente competenti e alla Sogei, il 27 e 28 aprile scorso, nelle provincie di Messina, Catania, Siracusa e Reggio Calabria, hanno eseguito una operazione ispettiva antifrode a tutela della legalità e della sicurezza in materia di apparecchi e congegni da divertimento e intrattenimento.
L’operazione ha dato luogo ad una articolata attività di verifica della conformità alle prescrizioni normative degli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, del T.U.L.P.S., delle loro modalità di funzionamento, e delle relative autorizzazione previste per i punti di offerta.
Sono stati controllati complessivamente 28 esercizi commerciali – di cui 26 nelle provincie di Catania e Messina – e sono stati sequestrati 10 apparecchi per accertata violazione dell’art. 110, comma 9, lettera f bis, del T.U.L.P.S. il quale prevede per la fattispecie l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.500 a 15.000 euro per ciascun apparecchio.
È stata sequestrata 1 scheda di gioco relativa ad apparecchio da intrattenimento per accertata violazione dell’art. 110, comma 9, lettera f ter, del T.U.L.P.S. il quale prevede per la fattispecie l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 50.000 euro per ciascun apparecchio videoterminale.
In tre esercizi commerciali sono state constatate irregolarità relative all’Imposta sugli Intrattenimenti (ISI) dovuta.
Nel corso delle operazioni sono stati inoltre sequestrati presso un negozio di gioco 2 personal computer messi a disposizione degli avventori ed utilizzati per la connessione a piattaforme di gioco non autorizzate da ADM, in violazione a quanto prescritto dall’art. 110, comma 9, lettera f quater, del T.U.L.P.S. il quale prevede per la fattispecie l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 50.000 euro per ciascun apparecchio e la chiusura dell’esercizio da trenta a sessanta giorni.
Sono in corso, da parte dei Nuclei Operativi Territoriali delle Direzioni coinvolte, gli ulteriori accertamenti tecnici per individuare anche eventuali illeciti di natura penale.