Continua l’esodo dalla Libia e la strage dei migranti in mare

Non si arresta l’invasione sulle coste di Sicilia e Calabria. E’ giunta a Pozzallo la Phoenix, la nave gestita da Medici senza frontiere e dall’organizzazione privata Moas, con 369 migranti a bordo. Altri 675 sono sbarcati ad Augusta e in 300 sono stati soccorsi al largo della Calabria. Sul portacontainer Zeran, arrivato a Catania con 197 persone, c’erano 5 cadaveri. Secondo Save the children altre 40 immigrati avrebbero perso la vita in mare durante un’operazione di soccorso. L’esodo dalla Libia, Paese fuori controllo, continua e l’Italia è sempre sola ad affrontare l’emergenza, sia sul fronte dei salvataggi in mare, dove i mezzi dell’operazione “triton” hanno un ruolo marginale, sia sul fronte dell’accoglienza.
Di “un numero elevato di vittime e dispersi” parla anche la Procura di Catania, che però non fornisce alcuna cifra ufficiale: “Per il momento è prematuro – spiega il procuratore Giovanni Salvi – aspettiamo di sentire il maggior numero di testimoni possibili. Ma risulta con certezza, anche attraverso video, che alcune persone sono morte annegate durante la fase del soccorso”.
La magistratura precisa che “allo stato non sono individuate responsabilità penali di maggiorenni” ed ha disposto l’autopsia sui cinque corpi. Le salme saranno poi consegnate al Comune che ha già predisposto la sepoltura.
La squadra mobile della Polizia ha avviato le prime indagini per accertare cosa sia accaduto e identificare le vittime, una delle quali sarebbe stata riconosciuta da un amico, ma anche eventuali scafisti.
Intanto scatta anche l’allarme malattie: circa 150 dei 675 migranti arrivati su nave Vega ad Augustasono stati messi in isolamento nel porto Siracusano per casi sospetti di varicella e scabbia. Per i medici non ci sono pericoli di contagio e la situazione sarebbe sotto controllo. La maggior parte dei profughi sono provati e debilitati da un’attesa di due mesi in capannoni in Libia con poco cibo e acqua.
Anche a Pozzallo circa cento delle 361 persone soccorse da Phoenix, presentano sintomi di scabbia.
A Crotone la petroliera panamense Prince I ha portato 250 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia, ma anche i cadaveri di altri tre, due donne ed un uomo, recuperati in mare durante un’operazione di soccorso.
A Trapani sono arrivati 104 extracomunitari su un cargo, e altri 483 a Palermo su nave Borsini della marina militare.
Cresce anche il numero degli scafisti fermati dalle forze dell’ordine: uno a Reggio Calabria e tre a Pozzallo dalla Polizia, altri tre a Lampedusa dalla Guardia di Finanza e cinque ad Augusta dal Gicic della Procura di Siracusa.
Ma fino a quando l’ONU non deciderà di intervenire in Libia prendendo il controllo dei campi profughi per gestire in sicurezza i flussi migratori le stragi continueranno e l’Italia dovrà sopportare da sola i costi economici e sociali di questa invasione.