Consegnati i lavori di riqualificazione dell’Anfiteatro romano di Catania

Al via la riqualificazione dell’Anfiteatro romano di Piazza Stesicoro a Catania. Stamattina il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e l’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana Alberto Samonà, accompagnati dalla direttrice del Parco archeologico di Catania e della Valle dell’Aci Gioconda Lamagna e dall’assessore alla Cultura del Comune di Catania Barbara Mirabella, hanno consegnato i lavori di adeguamento e riqualificazione grazie ai quali sarà interamente sistemata l’area monumentale e saranno consolidate le strutture antiche così da potere aprire al pubblico anche una zona fino ad ora non fruibile.

Presenti anche anche il responsabile unico del procedimento Salvatore Vinci, il direttore dei lavori architetto Giuseppe Sciacca e la professoressa Giulia Sanfilippo del dipartimento di Ingegneria civile dell’Università di Catania. 
“La riqualificazione dell’Anfiteatro romano – sottolinea il presidente Musumeci – non era più rinviabile. Con il sindaco di Catania abbiamo parlato della necessità di sottoporre i beni archeologici della città a un’opera di tutela e valorizzazione. Quello che avviamo oggi è un progetto impegnativo, condiviso dal direttore del Parco archeologico, su cui il Governo regionale si era impegnato e che sostiene con entusiasmo. Si tratta di lavori importanti che restituiranno splendore e sicurezza a un sito che connota fortemente il centro storico di Catania, ne miglioreranno la fruizione e daranno anche una nuova immagine, grazie alla realizzazione di un impianto di illuminazione che certamente valorizzerà le peculiarità di un bene monumentale già estremamente attrattivo”.

“Con questo intervento di sistemazione complessiva del monumento – evidenzia l’assessore Samonà – il governo Musumeci mette un altro importante tassello nell’opera di riqualificazione e miglioramento funzionale del patrimonio monumentale e archeologico siciliano. Si tratta di un contributo alla rilettura di una testimonianza storica fortemente caratterizzante di Catania, che al termine dell’intervento potrà risultare accessibile in sicurezza anche alle persone con disabilità. L’apertura di un’area fino ad oggi interdetta ai visitatori, inoltre, potrà fornire una lettura più adeguata dell’intero sito, un vero e proprio gioiello della città”.

Gli interventi, realizzati con risorse comunitarie per un importo complessivo di poco più di 500 mila euro, interesseranno la parte del monumento messo in luce ai primi del ‘900 da Filadelfo Fichera e il settore, nella porzione sottostante la Villa Cerami, a cui si accede dalla via Anfiteatro. I lavori saranno realizzati da Research Consorzio Stabile Scarl e prevedono la sistemazione complessiva dell’area monumentale, tra cui la porta d’ingresso a livello dell’attuale piano stradale e i paramenti murari e di mattoni che foderano e delimitano l’area dello scavo. Gli interventi comprendono anche un riassetto del percorso di visita del monumento che permetterà ai visitatori di attraversare una porzione ipogea dell’ambulacro interno, finora chiusa al pubblico, arricchita anche dalla parziale apertura dei fornici radiali che vi si aprono.

La durata prevista dei lavori è di 12 mesi. Il cantiere procederà anche al restauro dei reperti marmorei e lapidei presenti nell’area e al consolidamento delle strutture antiche, dove si renderà necessario. Sulla via Anfiteatro sarà sistemata l’area d’accesso e consolidato il paramento murario esterno.

L’intervento consentirà anche la valorizzazione dell’ingresso di Vico Anfiteatro, da utilizzare come accesso al monumento per le persone con disabilità: saranno, infatti, realizzate passerelle di servizio necessarie al superamento del dislivello tra piano del monumento e piano stradale. I lavori su Vico Anfiteatro comprenderanno uno scavo archeologico dell’area ad opera dell’Università degli studi di Catania e il restauro del fronte al di sotto di Villa Cerami, sede della facoltà di Giurisprudenza. Nel corso dei lavori, inoltre, sarà presente un team del dipartimento di Ingegneria dell’ateneo catanese che affronterà le problematiche di carattere statico e quelle relative alle continue percolazioni dal giardino della Villa che, fino ad oggi, hanno precluso alla visita questa parte del monumento. 

Alcune note informative sull’Anfiteatro

Costruito nei primi secoli dell’Impero in due momenti, l’Anfiteatro è uno dei monumenti più significativi della città romana di Catania. L’edificio originario, verosimilmente del I secolo d.C., venne ampliato nel secolo successivo. I possenti ruderi, ben visibili dalla centrale piazza Stesicoro, dalla quale si accede, si estendono, in senso nord-sud, dalla zona meridionale di via Penninello all’incrocio della stessa piazza con via Sant’Euplio e in senso est-ovest dal vico Neve fino all’area sottostante la Chiesa di San Biagio dove può ammirarsi una parte di quel corridoio che separava l’anfiteatro dalla collina retrostante.

A seguito dei lavori di scavo, diretti nei primi anni del ‘900 da Filadelfo Fichera, è stata riportata in luce e lasciata a vista, una porzione del settore nord della cavea separata dall’arena da un alto podio originariamente rivestito in marmo e si liberò del tutto il corridoio interno dell’ordine inferiore che è percorribile interamente. Del monumento, ridotto a un immenso ammasso di rovine tanto da essere utilizzato quale cava di blocchi per la costruzione di edifici cittadini sin dall’età bizantina, sopravvive solo la parte inferiore che rimaneva del tutto interrata ancora alla fine del XVIII secolo allorché il Principe di Biscari ne promosse gli scavi. Definito dallo stesso Biscari «… il testimonio più grande dell’antica catanese grandezza …», dovette essere abbellito da rivestimenti in marmo e da colonnati, come indicano alcune lastre ancora in posto nel muro del podio.

Certamente uno dei maggiori anfiteatri della penisola italiana per dimensioni, l’anfiteatro catanese poteva contenere circa 15.000 spettatori seduti, numero raddoppiabile grazie all’uso frequente di aggiungere impalcature lignee da destinare a posti in piedi. Per la sua costruzione fu adottata la stessa tecnica impiegata per i maggiori edifici di età imperiale: un resistentissimo opus coementicium, contenuto all’interno dei paramenti in blocchi squadrati di pietra lavica, che costituisce il nucleo centrale della muratura. I mattoni sono impiegati nelle arcate e per delineare correttamente i livelli orizzontali su cui si impostano le coperture a botte costruite con l’impiego di materiali leggeri, quali la pietra pomice.