“Per la prima volta dall’inizio della pandemia Confcommercio Palermo scende in piazza. Non abbiamo altra scelta. Ci hanno reso poveri, manifesteremo con dignità facendo un appello al concittadino presidente della Repubblica Mattarella e precise richieste al presidente dell’Ars Miccichè, al presidente della Regione Musumeci e a tutta la classe politica siciliana”.
Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, lancia così la manifestazione dal titolo “Adesso le aziende. Anche senza lavoro si muore”, che vedrà scendere in piazza gli imprenditori di tutte le 50 associazioni di categoria aderenti a Confcommercio, con circa 10 mila aziende iscritte che danno lavoro a circa 50.000 addetti.
L’appuntamento, aperto a tutti, è per mercoledì 24 marzo alle 13.30 davanti a Palazzo dei Normanni, nella piazza simbolo della politica siciliana, per fare sentire la voce delle aziende che vogliono lavorare.
“Chiediamo che tutti i siciliani vengano vaccinati entro il 31 maggio – aggiunge la Di Dio – perché con questo ritmo passerà almeno un anno e noi avremo già chiuso tutte le nostre attività. Chiediamo i sostegni economici necessari alla sopravvivenza. Basta con l’indifferenza della classe politica siciliana e l’inefficienza del governo regionale! Siamo stanchi di elemosine e rivendichiamo il diritto al lavoro e alla libera impresa”.
Un appello innanzitutto ai deputati dell’Ars, al Governo regionale e a tutti coloro che a qualsiasi titolo rappresentano il popolo siciliano, per ricordare loro che “ogni euro speso nella Finanziaria regionale per altri scopi è rubato ed estorto alle aziende siciliane moribonde, uccise dallo Stato”.
“Rivolgiamo il nostro appello anche al presidente della Repubblica Mattarella, la più alta carica dello Stato, oltre che ai deputati siciliani eletti alla Camera e al Senato, a cui vogliamo testimoniare tutta la drammaticità del momento economico e sociale della Sicilia, confermata dai numeri relativi al Pil e all’occupazione. Siamo i peggiori d’Italia”, ha aggiunto la Di Dio.
Durante la manifestazione si terrà anche un flash mob dal valore simbolico nel corso del quale gli imprenditori indosseranno per alcuni minuti una maschera di gomma. “Come quando, sotto una dittatura, si ha paura a protestare a volto scoperto – spiega la Di Dio -. Lo chiamiamo per provocazione il Nazi-covid, non siamo stati deportati ma le nostre aziende e le nostre stesse vite stanno subendo pene atroci e inique. Poi ci toglieremo la maschera, perchè vogliamo metterci la faccia e credere ancora nella democrazia. E proprio per questo chiediamo che venga garantito il diritto costituzionale al lavoro e alla libera impresa”.
“La politica e le istituzioni – conclude la Di Dio – sembrano sempre più sconnesse dalla vita reale, da oltre un anno non danno le giuste soluzioni e risposte al mondo delle imprese e non ci hanno adeguatamente tutelato anche di fronte a provvedimenti iniqui che noi imprenditori abbiamo subito, dal decreto sostegni di venerdì sera – palesemente inadeguato – alla “colorazione” arancione della Sicilia nonostante i numeri fossero da zona gialla o come quando, in zona rossa, alcune categorie del commercio e dei servizi sono rimaste chiuse mentre la maggior parte delle attività produttive hanno potuto lavorare per effetto di provvedimenti scritti male e mai modificati nonostante i nostri ripetuti appelli”.
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