ROMA (ITALPRESS) – “Ormai ne siamo consapevoli: la pandemia ha prodotto una situazione di incertezza sanitaria globale. Ma, se non ci muoviamo in fretta, ci saranno almeno altre 3 crisi che colpiranno il nostro sistema economico nella fase 2: la crisi della liquidita’, la crisi della domanda, la crisi della fiducia”.
Lo dice all’Italpress Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni.
“La prima piaga e’ la crisi della liquidita’. Una crisi che viene dalla Fase 1 e sulla quale, nonostante i provvedimenti gia’ emanati, siamo gia’ in gravissimo ritardo”, afferma Deiana. “In un mondo colpito da un infarto come quello della pandemia, dare liquidita’ in qualsiasi modo a imprese, professionisti e famiglie, era come offrire ossigeno in terapia intensiva per proteggere l’occupazione e la capacita’ produttiva durante il coma artificiale del lockdown. Per questo bisognava fare presto. Ma il Decreto Liquidita’ non ha raggiunto questo fine. La piaga numero 2 e’ la crisi della domanda. E comunque dobbiamo essere consapevoli che, se non ci sara’ domanda di consumo, prima o poi la liquidita’ dell’economia reale finira’ comunque”.
“La terza piaga, la crisi della fiducia, sara’ forse la piu’ grave – sottolinea il presidente di Confassociazioni -. Siamo in un mondo dove, dall’inizio del lockdown, ormai nessuno paga piu’ nessuno e usa qualsiasi scusa disponibile per evitare di saldare fatture e pagamenti. Sistemi di reputazione e solidarieta’ costruiti in tanti anni praticamente morti e tutti da ridiscutere.
Non pagare per lucrare o, piu’ spesso, per sopravvivere. Ci vorra’ un tempo molto lungo per ricostruire la filiera della fiducia. E cosi’ le imprese che vorranno approvvigionarsi di materie prime dovranno pagarle prima della consegna e non a 60/90 giorni come in passato. Cosi’ come i professionisti chiederanno almeno il 50/60% di anticipo per offrire le proprie prestazioni. E come si fa senza liquidita’? Meno fiducia produce meno liquidita’ che genera meno domanda. Il paradigma della crisi”.
“Bisogna dire la verita’ e chiarire agli Italiani che, senza una rapida politica di investimenti – non detassazioni e bonus in ritardo – e una spinta vigorosa al settore privato, anche coloro che si sentono al sicuro oggi potrebbero non esserlo piu’ domani”, conclude Deiana.
(ITALPRESS).
col/abr/red
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