Conclave: prima fumata nera, Chiesa ancora senza Papa

di Edoardo Langasco

Ieri 12 marzo 2013 tutti in attesa dell’esito del primo giorno del conclave per la nomina del futuro Papa. Ma facciamo un passo indietro e sbirciamo dentro le stanze del Vaticano per capire cosa prevede la cerimonia.

di Edoardo Langasco

Ieri 12 marzo 2013 tutti in attesa dell’esito del primo giorno del conclave per la nomina del futuro Papa. Ma facciamo un passo indietro e sbirciamo dentro le stanze del Vaticano per capire cosa prevede la cerimonia.

115 cardinali elettori, preceduti dalla croce, fanno il loro solenne ingresso dentro la cappella Sistina. Una volta dentro e solo dopo aver cantato, prima in coro e poi singolarmente il Veni Creator, ognuno prosegue con la lettura del giuramento prescritto dalla Costituzione Universi dominici gregis: “Io… cardinale … prometto, mi obbligo e giuro” (“…Spondeo, voveo ac iuro”).
Dopo il giuramento dell’ultimo cardinale il maestro delle cerimonie, monsignor Guido Marini, intima l’extra omnes e coloro che non partecipano al Conclave, a eccezione dello stesso monsignor Marini e del cardinale Prosper Grech, lasciano la Cappella Sistina.

Contemporaneamente i rappresentanti della Gendarmeria, il comandante delle Guardie svizzere e un notaio ( la commissione per il sigillo) provvedono a sigillare le circa 30 porte attorno alla Cappella. Al termine della meditazione il cardinale Grech e il maestro di cerimonia si attengono al extra omnes ed escono dalla Sistina. Vengono chiuse le ultime porte e poste le guardie a tutti gli ingressi della cappella. A questo punto tocca ai cardinali decidere se non procedere alla votazione e neanche quindi al momento emozionante della fumata ovvero procedere e far partire la prima fumata molto spesso nera.
Torniamo alla giornata di ieri.

La cerimonia è stata scandita da giuramenti di alcuni cardinali che sono apparsi visibilmente emozionati, come il brasiliano Joao Braz d’Aviz, prefetto della Congregazione dei religiosi e l’italiano Fernando Filoni, prefetto di Propaganda Fide. Altri leggono invece la formula con maggiore sicurezza, come ha fatto l’italiano Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, qualcuno infine appare in difficoltà per ragioni di salute, come il prefetto emerito di Propaganda, l’indiano Ivan Dias.
I vari stati d’animo si sono rinchiusi infine nel rigore della meditazione vista come una esortazione sulla necessità che, nell’elezione del Pontefice, bisogna agire con retta intenzione cercando di compiere unicamente la volontà di Dio e mirando al bene di tutta la Chiesa …così come è richiesto!

Così tutti gli sguardi di fedeli, turisti e passanti si sono infine incrociati, alle fine della votazione, sul comignolo della Sistina dove si è potuto scorgere una prevedibile e indiscutibile fumata dal colore nero. Si sono fatte le ore 19.41, ora terrestre …si intende!