Con l’arrivo della buona stagione riprendono i viaggi della disperazione che hanno come meta le coste siciliane. Ieri è arrivata al porto di Pozzallo la nave islandese «Tyr» con a bordo 320 immigrati di nazionalità siriana e sub-sahariana, tra cui 11 donne e 2 minori, soccorsi nella giornata di venerdì al largo della coste libiche.
Si tratta adesso di contemperare il contrasto all’azione degli scafisti, veri e propri mercanti di schiavi degli anni Duemila, e al contempo dare una spiranza a coloro che lasciano la loro terra per sfuggire a stenti e persecuzioni.
Dopo un periodo di relativa calma, difatti, gli uomini della macchina dei soccorsi e dei controlli si sono «ritrovati» sul molo commerciale del porto per supportare l’azione della Guardia Costiera.
Fra i migranti ci sono due donne in gravidanza, ricoverate all’ospedale «Maggiore» di Modica, così com’è stato riferito dai militari in servizio presso gli uffici della Capitaneria di porto. Dopo l´attracco sono cominciate le operazioni di sbarco degli immigrati coordinate dalla Prefettura di Ragusa, con la collaborazione delle organizzazioni di volontariato, per garantire la necessaria assistenza.
Una volta completato lo sbarco, gli immigrati sono stati portati al centro di prima accoglienza dove probabilmente trascorreranno il periodo Pasquale, prima di essere trasferiti in altri centri di accoglienza della Sicilia e del nord Italia.
“C´erano anche bambini e donne – hanno riferito alcuni volontari della Protezione Civile – non mangiavano da giorni in mezzo al mare. Del viaggio non ci hanno raccontato nulla perché hanno paura di essere giudicati e rimpatriati”. La notizia di un nuovo sbarco, nelle prossime ore, è circolata con insistenza fra gli addetti ai lavori.
Chi invece ha affrontato di petto la questione «migranti» è stato il vescovo di Noto, Monsignor Antonio Staglianò, il quale, nel corso dell’omelia del Venerdì Santo, nella Cattedrale netina, ha usato queste parole: “La religione dell´ipermercato – ha detto Staglianò – è quella per cui tutti i religiosi che la frequentano vanno nelle Chiese, si battono il petto, si cibano dell´Eucarestia e poi dicono che questi qui bisogna ributtarli in mare perchè, su questo problema che ci tocca da vicino, ha più ragione il capo del mio partito che Gesù di Nazareth, che non Papa Francesco”.
Forse sarebbe meglio che monsignor $taglianò, noto per cantare le canzoni di Noemi e Mengoni nelle sue omelie, si occupasse degli “Amici” di Maria De Filippi, anziché cercare pubblicità gratuita sulla pelle dei migranti.
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