MILANO (ITALPRESS) – Confrontarsi e interagire con il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia a L’Aja, rivivendo i principali snodi del processo Milosevic ed elaborando una sentenza che nella realtà non venne mai pronunciata per la morte dell’imputato. Approfondire le questioni di diritto internazionale sollevate dalla costruzione del muro tra Israele e la West Bank (Cisgiordania occupata), consultando ed esaminando documenti e fonti che condussero due diversi organi giudiziari a conclusioni differenti. Interrogare i protagonisti di alcuni casi di razzismo al centro di recenti pronunce della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, addentrandosi nei confini tra libertà d’espressione e discorsi d’odio nel contesto americano.Sono alcune delle esperienze interattive offerte ai giuristi del terzo millennio da “Immersive Trial Bicocca”, la nuova piattaforma didattica digitale progettata dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Milano-Bicocca, grazie ai fondi del Progetto di Eccellenza, presentata oggi all’Auditorium “Guido Martinotti”, nell’ambito degli eventi previsti per celebrare il Venticinquesimo dell’Ateneo, alla presenza della rettrice, Giovanna Iannantuoni, della direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza, Natascia Marchei e di noti studiosi nazionali e internazionali.“Immersive Trial Bicocca” è un format di educazione immersiva basato sulla ricostruzione, virtuale e interattiva, in italiano e inglese, di tre processi storici di rilevanza internazionale della storia del diritto. La simulazione 3D dei tribunali, la riproposizione del contesto storico e giuridico e del ruolo dei diversi protagonisti offre a docenti e studenti una esperienza innovativa di apprendimento, alla scoperta dei principi e dei diritti fondamentali propri di ogni ordinamento giuridico. Si tratta di un percorso didattico frutto della collaborazione dei massimi esperti nazionali e internazionali dei processi esaminati, che hanno messo a disposizione le loro competenze, oltre che le fonti e i documenti originali.Per ottenere una descrizione quanto più accurata di ciascun processo, il percorso ideato lascia la parola ai personaggi che lo hanno vissuto. Diventa così possibile osservare giudici, imputati, testimoni, siano essi diplomatici e alti ufficiali, politici o semplici cittadini, testimoni oculari dei crimini di cui si occupano i processi in esame. Questo speciale percorso didattico consente di acquisire un singolare punto di osservazione da cui è possibile cogliere, contemporaneamente, gli aspetti giuridici, processuali, storici e, anche, umani di vicende ancora oggi attualissime. Le studentesse e gli studenti di Giurisprudenza che usufruiranno dei contenuti multimediali della piattaforma “entreranno” nelle aule dei tribunali, ascolteranno la viva voce degli “interpreti”, decideranno e sceglieranno quali temi approfondire, accederanno a fonti e documenti, operando in autonomia o sotto la guida di docenti.La piattaforma potrà essere utilizzata per lezioni accademiche e per attività di orientamento delle scuole superiori; nelle aule tradizionali o nell’Aula Tribunale del Dipartimento di Giurisprudenza, dotata dei più innovativi sistemi audio-video e fedele riproduzione di una vera aula di tribunale, la prima di questo genere ad essere inaugurata in Italia.I tre casi esaminati riguardano: 1. Il processo a Slobodan Milosevic, chiamato a rispondere di fronte al Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia dei crimini e delle efferatezze compiuti negli anni Novanta nei Balcani (responsabile scientifico, il professore di Diritto internazionale dell’Università di Milano-Bicocca, Maurizio Arcari). 2. Il processo svoltosi sia davanti alla Corte internazionale di giustizia che alla Corte Suprema di Israele nel 2004 riguardo ai territori occupati e, più specificamente, per la costruzione di un muro tra Israele e la West Bank (Cisgiordania occupata) (ricostruito da David Kretzmer, professore emerito di Diritto internazionale all’Università Ebraica di Gerusalemme). Un processo davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti agli inizi degli anni Novanta, e alcuni altri correlati, riguardante la lotta contro il razzismo e i discorsi d’odio a partire da un caso di “cross burning” (a cura di Paolo Carozza, professore alla Law School della Università di Notre Dame).
– foto ufficio stampa Università Milano-Bicocca –
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