“Palermo è a un bivio: può ripartire, risalendo le classifiche sulla qualità della vita, o rassegnarsi al default finanziario e funzionale. Chiediamo all’Amministrazione comunale e alle forze politiche di mettere la città al centro di un grande progetto che passa dal confronto con le forze sindacali e produttive e dalla risoluzione di problemi storici che non possono più essere rinviati. Il rischio è che tra pandemia, stagnazione economica e problemi internazionali Palermo sprofondi in una crisi senza ritorno”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca, Gianluca Colombino e Nicolò Scaglione che hanno composto la delegazione della Cisal che ha incontrato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
“Abbiamo consegnato al sindaco un pacchetto di proposte – dicono Badagliacca, Colombino e Scaglione – che vanno dalla modernizzazione della macchina comunale al sostegno alle imprese, da un virtuoso ciclo dei rifiuti al rilancio delle politiche industriali passando per il riconoscimento del ruolo dell’aeroporto di Punta Raisi, la razionalizzazione delle partecipate, investimenti infrastrutturali e valorizzazione della cultura e del turismo”.
“Le partecipate comunali devono erogare servizi efficienti – continua la delegazione Cisal – e per farlo devono dotarsi di veri piani industriali e di manager all’altezza della sfida: non si possono assumere 300 operai in Rap se questo provocherà un nuovo fallimento, così come non si possono bloccare le assunzioni in Amap che invece ha un progetto preciso di sviluppo. Siamo pronti a valutare la esternalizzazione di servizi che le partecipate non possano garantire, salvaguardando i livelli occupazionali, e investiamo in un virtuoso ciclo dei rifiuti: sì alla differenziata spinta e al termovalorizzatore, no a una discarica perenne che è un rischio per la salute dei palermitani. Diciamo no alla privatizzazione della Gesap che in questo momento rischia solo di essere svenduta, mentre è da preferire la quotazione in borsa”.
“La nostre richieste – concludono Badagliacca, Colombino e Scaglione – vogliono essere un contributo concreto a un dibattito pubblico sul futuro di Palermo: non possiamo e non vogliamo rassegnarci all’idea di una città in declino”.
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