Comune di Casteldaccia. Sono decine i casi di corruzione riscontrati dalle forze dell’ordine che hanno portato all’arresto del sindaco e del vicesindaco del comune di Casteldaccia.
I carabinieri hanno scoperto un sistema di tangenti e favori che venivano richiesti agli imprenditori in cambio della concessione di appalti. Le tangenti consistevano principalmente in posti di lavoro per familiari e amici del primo cittadino Di Giacinto e dei suoi sottoposti.
È stata arrestata anche l’assessore Marilena Tomasello, oltre ad una funzionaria comunale, Rosalba Buglino, e al geometra Salvatore Merlino. Questi ultimi sono stati accusati dei reati di abuso d’ufficio e falso materiale ideologico. Diversi imprenditori locali risultano tra gli indagati dal procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio.
Tra i casi al vaglio degli investigatori, la concessione di un appalto per la raccolta differenziata in cambio di alcune assunzioni pilotate. Sott’esame anche l’intesa siglata dal Di Giacinto con una cooperativa in cambio dell’assunzione come volontari del Servizio Civile Nazionale di persone “suggerite” da lui.
Buglino e Merlino sono accusati invece di aver predisposto una documentazione falsa per favorire la concessione di due sanatorie in materia di edilizia, a fronte di un pagamento in denaro da parte dei richiedenti.
I carabinieri di Bagheria hanno eseguito gli arresti su indicazione del Gip. Le cinque persone fermate si trovano attualmente ai domiciliari.
Di Giacinto è stato eletto sindaco di Casteldaccia nel 2018 con il Movimento Ritrovare Casteldaccia. Aveva già ricoperto l’incarico tra il 2003 e il 2012, rimediando un rinvio a giudizio per abuso d’ufficio. Era infatti stato accusato di aver utilizzato indebitamente una password d’accesso all’agenzia di riscossione per cancellare le tasse di alcuni concittadini. Nel 2012 era stato eletto deputato regionale, presentandosi con la lista Il Megafono dell’ex Presidente Crocetta.
“Gli arresti di oggi nel comune di Casteldaccia confermano i rischi e la pericolosità degli affidamenti diretti nel servizio di raccolta dei rifiuti. Per questo, come Commissione antimafia e anticorruzione, abbiamo avviato nelle scorse settimane un censimento della situazione Comune per Comune, con uno specifico focus sugli affidamenti diretti e in proroga in questo delicato settore.”
“È nostra convinzione, e le notizie che arrivano da Casteldaccia sono una conferma, che dentro la giungla degli affidamenti diretti e senza gara di appalto del servizio di raccolta dei rifiuti si annidino malaffare e corruzione, oltre a costituire uno dei principali elementi di un ingiustificato aumento del costo del servizio di raccolta”.
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