Per anni i ricercatori si sono accapigliati perché molti non credevano che esistesse veramente. Invece ora non ci sono più dubbi. L’ho trovato perfino io che sono molto imbranato. E in realtà è veramente folle che per anni, anzi per secoli, non se ne sia saputo niente. Bhe… a esser precisi c’erano alcuni che sapevano dov’era. Ma non qui da noi in Europa.
I nostri avi erano troppo impegnati a farsi guerra per avere il tempo di scoprire certe cose. Invece nelle sperdute isole dell’Oceania c’era gente che aveva uno spirito della vita più sano e gioioso. Loro sì che sapevano dov’è il punto G della donna.
Infatti praticavano il coito oceanico
Infatti praticavano il coito oceanico, che consiste proprio nell’infilare solo la punta del pisello nella vagina e, tenendolo con la mano, muoverlo come un cucchiaio in una tazza. In questo modo andavano a toccare proprio il punto G. Una cosa geniale.
Noi europei abbiamo scoperto il punto G quando, nel 1980, ce l’hanno spiegato gli americani. Il che dimostra che siamo un po’ rimbambiti sessualmente. Infatti sarebbe bastato guardare una tavola di anatomia del 1800 per capire il punto G.
Perché già nel secolo scorso gli anatomisti avevano notato che il tessuto erettile della clitoride si estendeva fino a quella zona interna, intorno all’uretra, che chiamiamo punto G. Comunque sono convinto che nei secoli dei secoli ci sarà stato qualcuno, anche da noi, che si è accorto di quel punto di piacere… Anche se poi non è riuscito a tramandare la scoperta. Ad esempio, secondo me, Giacomo Casanova ne sapeva qualcosa. Per questo le donne impazzivano per lui. Il punto G si chiama così perché è stato ufficialmente scoperto dal dottor Gräfemberg (nel 1944).
Dov’è il punto G nella donna?
All’interno della pisella. A un terzo della sua profondità, sulla parete superiore (dietro l’osso pubico). Nella zona attraversata dall’uretra (il canalino dal quale esce la pipì).
Lì c’è una zona che, se opportunamente toccata, si gonfia proprio come la clitoride. In effetti si tratta dello stesso tipo di tessuto. Il punto G si trova leggermente in profondità (e non sulla superficie). È necessario perciò premere leggermente per procurare il piacere. Inoltre il punto G non reagisce immediatamente quindi va stimolato per un po’ prima che possa dare tutto il piacere di cui capace.
Un modo semplice per individuarlo è quello di inserire due dita. Il palmo della mano deve essere rivolto verso la clitoride. In questo modo vi troverete, tra i polpastrelli delle due dita, un leggero rigonfiamento che finisce con una lieve depressione. Il punto G si trova a circa un centimetro di profondità proprio verso la fine del rigonfiamento. Comunque spiegarlo a parole è più complicato che arrivarci in pratica. A una donna è sufficiente toccarsi per un po’ per trovare il Punto Giusto. Poi sarà semplice insegnare a lui come fare.
Un uomo invece dovrà sempre chiedere alla donna come le piace essere toccata perché ognuna ha gusti diversi e la localizzazione può variare, di poco, da fanciulla a fanciulla.
Alcune donne preferiscono un tocco più forte, altre più lieve. Si tratta comunque di spingere un poco ma senza esagerare. Se il tocco è troppo forte, ovviamente, può diventare fastidioso o addirittura doloroso.
Come trattare il punto G
Ogni donna è diversa, non lo si dirà mai abbastanza. Soltanto chiedendo saprete. Questo vale particolarmente per il punto G. Trovare il ritmo giusto del movimento e la pressione più gradevole con una donna e ripetere le stesse modalità con un’altra è un errore grossolano. C’è da dire, comunque, che generalmente gli uomini fanno movimenti troppo rapidi quando toccano le donne dentro. Invece esse preferiscono un movimento morbido.
È anche importantissimo il fatto che la natura femminile sia umida, di modo che la carezza sia scivolosa. Se la ragazza è abbastanza eccitata la sua fessura sarà naturalmente irrorata dalle secrezioni interne che sono meravigliosamente lubrificanti. L’ideale è che prima dell’inizio del rapporto sessuale ci si dedichi a lungo a massaggiarsi e accarezzarsi e che prima di toccare dentro si indugi per un po’ intorno al “bocciolo” così che si possa scivolare nella fessura umida senza sforzo.
L’orgasmo del punto G
La sollecitazione del punto G produce un tipo di orgasmo diverso da quello clitorideo. È una sensazione altrettanto forte ma diversa. Si tratta di una differenza anche fisiologica: durante l’orgasmo la vagina si contrae in modo diverso da quanto succede sollecitando la clitoride. Questo tipo di contrazioni agiscono sulla vescica e sull’uretra e provocano facilmente l’eiaculazione femminile. Infatti è ormai provato che anche le donne, soprattutto grazie alla sollecitazione del punto G possono emettere un getto di un liquido particolare dall’uretra durante l’orgasmo, in modo simile a quanto succede al maschio.
L’orgasmo multiplo “da punto G”
Le posizioni per sollecitare il punto G
Il punto G è lì dov’è per motivi molto tecnici. I nostri antenati scimmioni infatti facevano l’amore in posizioni che permettevano di sollecitare il punto G.
Le posizioni che permettono un’angolazione più stimolante
Le posizioni permettono un’angolazione particolare e più stimolante.
Cioè il pene non entra fino in fondo e va invece a premere proprio sul punto G provocando maggiori palpiti di piacere.
Da notare che in queste posizioni il pene fa leva sul perineo e così, arcuandosi leggermente, arriva a far pressione sul punto G con la migliore angolazione. Queste posizioni possono essere raggiunte perfettamente anche da tutti gli uomini con un organo anche di picole dimensioni. Proprio perché il punto G si trova a 1/3 della profondità (circa tra i 3 e i 6 cm dall’inizio della vagina). Non tutte le donne sentono in modo uguale. Ovviamente può succedere che voi non siate molto sensibili alla sollecitazione del punto G. Non fatevene un problema. Troverete la strada per il vostro piacere.
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