Cronaca

Clima, docente UniPa tra autori ricerca pubblicata su Nature Communications

PALERMO (ITALPRESS) – Il professore Alessandro Incarbona del Dipartimento DiSTeM – Scienze della Terra e del Mare dell’Università degli Studi di Palermo è tra i componenti del team internazionale che ha dimostrato il ruolo dei coccolitoforidi, un gruppo di fitoplancton marino, nella regolazione dei livelli di CO2 in atmosfera. Lo studio, dal titolo “Pelagiccalcium carbonate production and shallow dissolution in the North PacificOcean”, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications.

“L’oceano ha rimosso circa un terzo della CO2 antropogenica emessa in atmosfera a partire dalla Rivoluzione Industriale e rappresenta quindi uno dei più grandi ‘serbatoì di carbonio in natura – spiega Incarbona -. Capire i processi che controllano lo scambio di carbonio tra oceano ed atmosfera è un elemento chiave per stabilire proiezioni accurate sugli effetti del cambiamento climatico e l’impatto che questo può avere sulla società. I dati raccolti durante una crociera nell’Oceano Pacifico, lungo un transetto di stazioni tra le Isole Hawaii e l’Alaska, suggeriscono che lo scambio di carbonio tra oceano ed atmosfera è significativamente modulato dai coccolitoforidi. Queste minuscole alghe, che misurano meno di un centesimo di millimetro, vivono nello strato più superficiale dell’oceano e producono delle elaborate placche di carbonato di calcio (CaCO3) il cui accumulo forma alcune rocce, come le bianche scogliere di Dover o le marne della scala dei turchi. Lo studio mostra che il 90% circa della produzione di CaCO3 nella porzione superficiale dell’oceano è dovuto ai coccolitoforidi, indicando un ruolo guida nel controllo delle reazioni chimiche e dei livelli di CO2, rispetto ad altri gruppi planctonici”.

“Una larga porzione di CaCO3, tuttavia, è disciolta rapidamente nella parte più alta della colonna d’acqua dell’oceano, dove il carbonio è velocemente scambiato con l’atmosfera – aggiunge il professore -. Tale consistente dissoluzione in superficie spiega l’apparente discrepanza rispetto alle stime di CaCO3 provenienti da osservazioni satellitari e modelli biogeochimici. Suggerisce, inoltre, come questo sia un processo chiave per capire il ruolo del plancton nella regolazione dei livelli di CO2 atmosferica, per esempio considerando che una maggiore dissoluzione incrementerebbe la capacità dell’acqua di ‘tenerè molecole di CO2. La dissoluzione di così tanto CaCO3 vicino alla superficie dell’oceano dimostra che lo scambio di carbonio tra oceano e atmosfera è molto più complicato di quanto immaginato in precedenza – conclude il docente -. Sarà difficile prevedere quanto carbonio sarà assorbito dagli oceani in futuro, fin quando non avremo meglio compreso i meccanismi che governano la dissoluzione superficiale”.


foto ufficio stampa Università Palermo

Redazione

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