Cronaca

Claudio Domino: “Dopo 33 anni, Palermo non dimentica quella barbarie”

Claudio Domino. Il sindaco Leoluca Orlando ha preso parte ieri mattina alla cerimonia in ricordo di Claudio Domino, ucciso il 7 ottobre del 1986 da un killer che gli sparò alla testa.

Alla cerimonia, che si è svolta nella via a lui intitolata e organizzata dalla Scuola secondaria di I Grado “Borgese-XXVII Maggio”, in collaborazione con il gruppo Paolo Borsellino delle Agende Rosse di Palermo, hanno partecipato tra gli altri anche l’assessore Maria Prestigiacomo e i genitori del bambino.

“Palermo non dimentica quella barbarie – ha dichiarato il primo cittadino – e anche nel nome di Claudio e dei tanti bambini e ragazzi innocenti uccisi dalle mafie continua un percorso di liberazione e affermazione della cultura della vita”.

Claudio aveva 11 anni e oggi avrebbe 44 anni. Fu ucciso in una strada del quartiere San Lorenzo. Secondo una ipotesi che prese quota all’epoca, sarebbe stato freddato all’insaputa della mafia perché aveva visto all’opera degli spacciatori.

La morte di Claudio Domino rimane un mistero. Inizialmente si era ipotizzato che il bambino fosse stato testimone involontario di un sequestro. Poi che la causa dell’assassinio fosse stata una vendetta della mafia, poiché il padre gestiva la ditta di pulizie dell’aula bunker dove si svolgeva il Maxiprocesso. Infine che il bambino avesse visto qualcosa che non doveva vedere. Stando alle parole di alcuni pentiti, infatti, uno dei motivi dell’omicidio sarebbe da ricollegare agli ambienti dello spaccio della droga.

Claudio Domino e l’impegno dei genitori per i bambini vittime di mafia

I genitori di Claudio Domino aspettano ancora che sia fatta chiarezza sull’omicidio del figlio e intanto girano le scuole d’Italia per  far conoscere agli studenti la storia del piccolo Claudio e degli altri 107 bambini uccisi dalla criminalità organizzata. “Non voglio ricordare solo Claudio ma anche tutti quei bambini che come lui sono stati uccisi senza colpa dalla mafia” dichiara Graziella Accetta.

In un anno i genitori di Claudio hanno girato mezza Italia. “Non è vero che la mafia non uccide donne, bambini e preti. La mafia – dice Graziella Accetta – non guarda in faccia nessuno”.

 

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