PALERMO – I ritardi generalizzati, nel Paese, nella spesa dei fondi Ue 2007-2013, “non assolvono la Sicilia dalle sue gravissime colpe”. Semmai, l’Isola “ha bisogno di un impegno straordinario, mai visto finora, per concretezza e collegialità”. Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia, interviene così sulla questione delle percentuali “estremamente basse” della spesa regionale dei fondi Fesr, dopo che il ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia, in visita oggi a Palermo, aveva parlato in mattinata di ritardo come “problema generale del Paese”; e dopo la lettera aperta sul tema inviata venerdì dal segretario al governatore, Rosario Crocetta.
La Regione, fa notare la Cisl, di oltre quattro miliardi di fondi Fesr 2007-13, al 31 dicembre scorso aveva speso appena il 19%: ossia, circa 900 milioni. E c’è il rischio reale, sottolinea il sindacato, che parte di questi 900 milioni non ottenga la necessaria certificazione. Inoltre, stando così le cose è prevedibile che la Regione non riuscirà a spendere entro il 2015 ben 1,5 miliardi di euro che dovrebbe invece spendere per salvare il salvabile. Insomma, “non possiamo permetterci – afferma Bernava – un nuovo fallimento nell’utilizzo dei fondi comunitari. Siamo allarmati, e rinnoviamo l’appello al governo regionale a cambiare passo e ad assumerne piena consapevolezza”.
Per la Cisl, i gravi ritardi che ipotecano la crescita economica e sociale regionale sono da imputare alle “disfunzioni e persino perversioni di alcuni settori della macchina amministrativa”; e a una concezione vecchia della politica come mera intermediazione nella gestione d’interessi, a spese dei fattori dello sviluppo”.
“Ci auguriamo – scrive il sindacato – che il ministro, il premier Letta e la Commissione Ue si rendano conto che la Sicilia ha bisogno di un accompagnamento rafforzato, per spendere bene e subito sulla programmazione 2007-13 e per avviare in tempo una programmazione 2014-20 che abbia al centro il lavoro, la crescita e lo sviluppo produttivo, attraverso pochi obiettivi prioritari e strutturati”. Al presidente Crocetta, insiste Bernava, “la Cisl chiede di utilizzare tutti gli strumenti di surroga e i poteri sostitutivi previsti dall’articolo 9 del recente decreto del Fare che stabilisce, in tema di fondi comunitari, la possibilità di intervenire in via di sussidiarietà, sostituendosi agli enti inadempienti”. Anche perché, aggiunge il segretario, l’allentamento ottenuto nei giorni scorsi a Bruxelles, dei vincoli del patto di stabilità, “non lascia più alibi ai ritardi e tanto meno al blocco della spesa per investimenti”.
Infine, la Cisl torna a chiedere “collaborazione istituzionale e un proficuo confronto sociale”.
Oltretutto, delle quattro regioni dell’Obiettivo convergenza (quelle del sud in ritardo di sviluppo), Campania, Puglia, Calabria e Sicilia appunto, “l’Isola è rimasta la sola a non aver ancora avviato il confronto sociale espressamente posto da Bruxelles alla base della programmazione della spesa dei fondi Ue”.
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