ROMA (ITALPRESS) – “Il problema è che il caro bollette dipende dall’aumento enorme del prezzo del gas. La speranza è che nella seconda metà del prossimo anno il prezzo del gas scenda, è chiaro che siamo nelle mani di un mercato globale e l’Italia è molto debole perché noi purtroppo importiamo quasi tutta l’energia” così il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, ospite a “The Breakfast Club” su Radio Capital.
“Noi abbiamo promesso di combattere il cambiamento climatico, ma a parità di volume di gas consumato ogni anno io cercherei il più possibile di prenderlo dai nostri giacimenti piuttosto che importarlo. Costerebbe meno. L’opzione non è trivellare di più, ma utilizzare al massimo i giacimenti che già ci sono e che casomai sono stati chiusi ma che in un anno si possono riaprire”.
“Trivellazioni nell’artico? Queste sono operazioni internazionali partite molto tempo fa che vedono coinvolte aziende italiane. Noi possiamo come paese non sponsorizzare nuove estrazioni, ma c’è un mercato già attivo. Se dovesse ricapitare l’occasione noi possiamo opporci, ma come si fa a fermare un’azienda? Le nostre aziende devono competere sul mercato internazionale”.
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