Palermo, 4 Gen. – Una sala gremita di gente ha accolto il regista siciliano Giuseppe Tornatore per la presentazione del suo nuovo lungometraggio, “La Migliore Offerta”, già nei cinema dal primo gennaio.
L’incontro, condotto da Salvatore Cusimano e Gian Mauro Costa, si è svolto all’Auditorium della sede Rai di Palermo ed è servito anche per presentare il libro omonimo, edito da Sellerio dal quale è stato tratto il soggetto del film.
Prima di entrare nel vivo degli aneddoti riguardanti la stesura dell’ultimo progetto cinematografico di Tornatore, si è scavato molto nei ricordi del regista, sopratutto si sono messi in luce molti aspetti della sua collaborazione con la Rai, proprio all’inizio della sua carriera come programmista regista.
Affiorano così, a poco a poco, tutti i ricordi di Peppuccio Tornatore che svela tutte le sue emozioni riguardo a quei primi periodi di gavetta, dove molte delle migliori idee emergevano sperimentando a braccio e con massima libertà, senza porsi troppe domande.
E da questo periodo di continue sperimentazioni nascono i vari cortometraggi in superotto che hanno tutti come protagonisti principali la Sicilia e i Siciliani, da sempre ossessione del regista di Nuovo Cinema Paradiso.
Al pubblico accorso all’incontro, sono strati regalati diversi frammenti di queste opere prime tratte dall’archivio Rai Teche. Delle vere chicche offerte a un pubblico emozionato e stupito.
Dal racconto dei colleghi Rai che lo hanno conosciuto sin dagli esordi, traspare l’immagine di un uomo, un grande professionista, che sin dall’inizio della sua carriera è ossessionato dalla tecnica, dagli oggetti e dall’arte, in modo molto analogo al protagonista della sua ultima opera.
“La Migliore Offerta”, prodotto da Warner Bross, presenta un cast internazionale e un’ambientazione mitteleuropea.
“È una storia d’amore”, dichiara il regista che continua sostenendo: “Mi sono divertito a utilizzare la naturale drammaturgia del processo d’innamoramento fatto di slanci, regressioni, delusioni, sofferenze inaspettate e a volte anche gioie. Mi attraeva la storia in sé e la geometria e il rapporto tra i personaggi”.
Il film, infatti, ha una struttura inusuale. Un primo livello di lettura lineare e semplice, mentre subito dopo la superficie si celano molteplici storie non mostrate. L’intero plot è raccontato in soggettiva, ossia solo dal punto di vista del protagonista .
“Ho voluto rinunciare a raccontate tutto ciò che accade quando lui non c’è – racconta Tornatore – Un personaggio maniacale, preciso, spesso bisbetico e autoritario, ma con un’enorme sensibilità celata, che si manifesta nell’attacamento a questa complessa storia d’amore.
“Una storia d’amore segnata anche da un’ambientazione da thriller e dalla dicotomia tra autenticità e illusione, realtà e finzione, in un vortice di rimandi e riletture infinite, dove è quasi impossibile stabilire un distacco tra il protagonista e lo spettatore.
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