ROMA (ITALPRESS) – “Con sentenza del 24 dicembre scorso il Tar del Lazio ha confermato definitivamente le ragioni degli artigiani: per poter accedere agli ammortizzatori sociali con causale Covid non è necessaria l’iscrizione all’Ebna e al Fsba, come moltissime attività sono state invece costrette a fare su richiesta dei due medesimi organismi. Arriva così una nuova vittoria per le aziende artigiane ricorrenti in sede amministrativa e difese dallo studio legale Leone Fell & C nella class action organizzata con Conflavoro Pmi”. E’ quanto si legge in una nota di Conflavoro Pmi.
“Nella fattispecie – prosegue la nota -, la sentenza del Tar del Lazio ha ribadito in maniera chiara e definitiva come il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, in questo contesto emergenziale, aveva solo il compito di distribuire alle aziende artigiane il denaro, oltre 1,6 miliardi, stanziato dallo Stato allo stesso FSBA affinché facesse ‘da ponte’ per soddisfare le domande di cassa integrazione, velocizzando le pratiche e senza chiedere nulla in cambio ai beneficiari”.
“Nella realtà dei fatti – sottolinea Roberto Capobianco, presidente di Conflavoro Pmi – è invece accaduto l’esatto contrario, tra ostacoli burocratici per accedere alla domanda dalla piattaforma di FSBA e ritardi enormi nell’erogazione degli aiuti.
Nel mezzo, poi, il diktat più grande per le aziende artigiane già in gravissima difficoltà, cioè il versamento di 36 mensilità contributive arretrate per ogni dipendente in forza all’azienda, denaro preteso dal Fondo FSBA in modo del tutto illegittimo. Dopo questa sentenza, tutte le aziende artigiane che dal 1° di gennaio 2021 avrebbero dovuto iniziare a versare i contributi relativi alle 36 mensilità pregresse potranno rivolgersi alla nostra associazione per ottenere la tutela loro spettante. Siamo felici e orgogliosi di essere stati accanto alle nostre aziende artigiane di tutta Italia e ai loro lavoratori in questa battaglia, laddove nessun altro aveva il coraggio o l’interesse di difenderle in questo percorso storico di giustizia, se non noi, lo studio Leone Fell e numerosi consulenti del lavoro”.
“Il Tar del Lazio, dopo il decreto cautelare del 26 maggio scorso, ha accolto le ragioni fatte valere con il nostro ricorso e con i successivi atti difensivi depositati. Questo storico risultato ci ripaga di tutti gli sforzi fatti e ci da la forza di portare avanti una battaglia di legalità che vede coinvolto l’intero settore artigiano. Siamo fieri del risultato – commentano gli avvocati Francesco Leone, Simona Fell e Nicolò Vella – perché era in ballo un principio sacrosanto di libertà e legittimità. Il Tar del Lazio ha chiaramente affermato che la presentazione della domanda di cassa integrazione non comporta l’assunzione di nessun obbligo contributivo nei confronti dell’Ente e del Fondo Bilaterale dell’Artigianato. La questione, per quanto ci riguarda, non è ancora giunta a termine e ci muoveremo in tutte le altre sedi necessarie per far rispettare i diritti dei lavoratori e delle imprese in un momento storico ed economico così complesso e irripetibile”.
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