Chiesa del Carmine Maggiore a Palermo, gioiello che riapre al pubblico
Chiesa del Carmine Maggiore a Palermo. E’ grazie al dialogo, alla sinergia e alla capacità di fare rete che apre al pubblico la chiesa del Carmine Maggiore, gioiello nel cuore di Ballarò.
Si è tenuta oggi, 3 maggio 2019, proprio all’interno della splendida chiesa, la conferenza stampa che ha annunciato, attraverso un intenso dialogo tra i presenti, l’apertura prolungata turistica della chiesa.
Chiesa del Carmine Maggiore simbolo della riscoperta di una comunità
Presente alla conferenza stampa di oggi, Massimo Castiglia, presidente della prima circoscrizione, che afferma”quello che sta succedendo a Ballarò è un qualcosa di straordinario. Spesso sono i palermitani stessi a non conoscere i luoghi dell’Albergheria. Quello che la cooperativa Terradamare ha fatto è rendere visitabili non solo i luoghi storici ma anche la comunità stessa. La sinergia con le istituzioni, in particolare con la Sovrintendenza dei beni culturali, ha reso possibile la rivitalizzazione del mercato. E’ importante che il mercato rimanga tale, per non perdere l’identità storica della nostra città. Dobbiamo stare attenti.”
E’ ciò che la cooperativa Terradamare fa, sotto la guida di Marco Sorrentino, presidente della cooperativa Terradamare, che si occuperà della gestione turistica del monumento. Da anni la cooperativa è presente nel quartiere dell’albergheria, impegnandosi nel mostrare non solo il lato artistico del quartiere ma anche la quotidianità di chi ci vive.
“E’ una iniziativa che mette in rete un altro gioiello – spiega Sorrentino – insieme alla Torre di san Nicolò e la chiesa di Santa Chiara. Tanti anni fa si pensava che sarebbe stato impossibile portare turisti e palermitani a riscoprire questo quartiere. Noi raccontiamo la comunità che fa e senza di essa, Terradamare non sarebbe potuta crescere.”
A dimostrazione dell’importanza del ruolo svolto dalla comunità, le parole di Giacomo Terranova, presidente dell’associazione Mercato Storico di Ballarò che con estremo orgoglio ha espresso il proprio ringraziamento, in primis come cittadino, agli operatori del settore ed in particolare Terradamare, poiché hanno fatto da collante per tutto il quartiere.
Carmine Maggiore, una chiesa attiva sul territorio
“Dovete riconoscerci che l’abbiamo messa in risalto questa chiesa, perché era giusto che fosse così” afferma Padre Giuseppe Bucaro, raccontando le difficoltà burocratiche con cui ci si scontra ogni giorno. Ha altresì annunciato di essere in trattativa con booking, attraverso un protocollo d’intesa, per mettere in comunicazione il circuito del sacro, tradotto in oltre 27 lingue. Ha proseguito affermando “la comunicazione è fondamentale. La chiesa deve avere una immagine internazionale, perchè ha le potenzialità per farlo“.
Come ha sottolineato Padre Pietro Leta, priore del Carmine: “Noi vogliamo riaprire la chiesa con una organizzazione alla base questa chiesa ognuno di noi fa delle cose belle, ma metterci insieme ci da la possibilità di poterle divulgare al meglio. La chiesa del Carmine Maggiore è sempre stata un punto di riferimento per la comunità di Ballarò, ma adesso, grazie alla cooperativa Terradamare la chiesa può avere il pubblico che si merita. Non solo per i palermitani ma anche per i turisti la il Carmine Maggiore avrà il giusto risalto”.
La chiesa del Carmine Maggiore e i suoi tesori
Sono davvero tantissimi i tesori che racchiude la chiesa del Carmine Maggiore. Sarà la cooperativa Terradamare, a permetterci di riscoprirla con le visite assistite tutti i martedì, venerdì dalle 11.30 alle 16.30 e e sabato dalle 11.30 alle 15.30.
Rosalia Ceruso, storica dell’arte Terradamare, ci ha dato qualche prezioso dato sugli elementi storici artistici della chiesa Maggiore del Carmine: “Aprirà da piazza del Carmine, ciò significa ricreare questo collegamento antropologico con il quartiere. Questa chiesa ha dei manufatti meravigliosi: ci sono opere di Tommaso Di Vigilia, del 1492 ove si narra la devozione dei carmelitani verso la Vergine, e al tempo stesso colonne tortili di Giuseppe Giacomo Serpotta del 1683 ove si narrano le storie della vergine e della passione di Cristo. Vi sono opere di Domenico e Antonello Gaggini, rappresentati del rinascimento siciliano“.