Palermo, 14 dic. – Angelo Pizzuto, l’ex presidente del parco delle Madonie, rimosso dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, lo scorso luglio, potr’ tornare al lavoro a partire da luned’ prossimo. Lo ha stabilito il Consiglio di Giustizia amministrativa che ha sconfessato il governatore siciliano, accogliendo il ricorso cautelare in appello presentato dai difensori di Pizzuto, Gaetano Armao e Tiziana Milana, contro il provvedimento. L’ordinanza, appena pubblicata, condanna anche la Regione al pagamento delle spese. Per Armao il Cga censura “l’illegittima e pervicace condotta del Governo” e riconosce “il diritto alla buona amministrazione stabilito dalla carta fondamentale dei diritti dell’Unione europea. Adesso la presidenza della Regione tragga le dovute conseguenze e rispetti la legalit’, se ci riesce”. Pizzuto era stato nominato presidente del parco delle Madonie, dopo esserne stato il commissario, il 26 luglio 2012.
Poi, praticamente un anno dopo, in seguito a una conferenza stampa nella quale si denunziavano disfunzioni e spese per una missione regionale in Canada, Crocetta aveva annunciato la rimozione di Pizzuto, perch’ ritenuto responsabile. E l’11 luglio la Giunta regionale adottava la delibera, sospendendo cautelativamente Pizzuto e sostituendolo con Erasmo Quirino.
Il 24 ottobre, intanto, la Giunta ha adottato una nuova delibera, motivando adesso la rimozione non pi’ per la trasferta in Canada, ma a causa del fatto che il titolo di laurea conseguito da Pizzuto in Usa non sarebbe valido in Italia. “Ma anche su questo si instaurer’ un nuovo giudizio amministrativo” spiega il legale Armao.
“Una vicenda nella quale l’unico obiettivo era quello di eliminarmi da presidente del Parco delle Madonie, senza guardare al merito delle questioni. Mentre le ragioni stanno dalla mia parte” commenta Pizzuto.
”Questa mattina stessa abbiamo comunicato l’ordinanza alla presidenza della Regione, all’Avvocatura dello Stato e al Parco – concludono i legali – e da luned’ Pizzuto pu’ tornare al lavoro. Abbiamo pure richiesto il pagamento della condanna alle spese e la trasmissione degli atti alla Procura della Corte dei conti. Stiano attenti a Palazzo d’Orleans: abbiamo interrotto un procedimento di revoca che ‘ stato illegittimamente avviato da un’amministrazione regionale ormai allo sbando”.
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