Per quanto possa suonare una cosa decisamente strana, il “trapianto di cacca” è una tecnica assolutamente reale, e ci sono “banche della cacca” in cerca di donatori. Una di queste si trova in Massachusetts, a Medford (per i curiosi, il nome è OpenBiome).
I donatori vengono ricompensati con 40 dollari per ogni donazione di cacca. Che se non è come trasformarla in oro, di sicuro è un guadagno maggiore di quello che normalmente la gente si aspetta dai propri escrementi. C’è per la verità qualche requisito per potersi candidare: innanzi tutto l’abitare nelle vicinanze del centro medico, poi avere un’età tra i 18 e i 50 anni, un BMI inferiore a 30 (non essere eccessivamente sovrappeso, insomma) e non avere fatto troppi viaggi all’estero nell’anno precedente alla donazione.
Le feci così donate sono usate per quello che si può definire trapianto di cacca (più correttamente batterioterapia fecale o trapianto fecale) ed è esattamente quello che sembra: il trapianto delle feci raccolte dai donatori in un soggetto ricevente.
Lo scopo è curare alcune forme di colite pseudomebnranosa e colite ulcerosa (malattie che possono comportare complicanze anche molto gravi), “importando” batteri probiotici e microbioti da un organismo sano proprio attraverso l’impianto delle feci, andando così a ristabilire l’equilibrio batterico anche nell’organismo ricevente.
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