Centro Medico Sociale Neuromotulesi, una storia lunga 40 anni e è una delle prime realtà sorte in Sicilia nel campo della Riabilitazione, la prima, in assoluto, nella provincia di Ragusa. L’associazione “Centro Medico Sociale per Neuromotulesi” si è costituita il 28 ottobre 1978. Il Centro venne inaugurato l’11 novembre 1980.
Esattamente 38 anni dopo, è stata inaugurata la nuova sede di contrada Cicchitto. La nuova struttura è sorta su un terreno donato dalle sorelle vittoriesi Giovanna e Margherita Buccellato, su suggerimento del nipote, Luigi Scala. Lo stesso Scala, insieme all’architetto Maria Amorelli, fu il progettista della nuova sede. I lavori sono stati realizzati da Imprecom Sicilia (rete d’imprese a Ragusa). Il direttore dei lavori che ha curato la realizzazione dell’opera è l’ingegnere Natale Vinci.
A tagliare il nastro inaugurale è stata Sara, una delle bimbe seguite dal Centro per Neuromotulesi, insieme al direttore sanitario, Marcello Boncoraglio. In precedenza, il momento pubblico per ricordare la storia del “Centro”. «Benvenuti a casa nostra – ha detto il direttore sanitario Marcello Boncoraglio, accogliendo i circa 800 presenti – Noi la consideriamo – e l’abbiamo pensata – come la nostra prima casa, una struttura che accoglie i bambini con disabilità motorie e neurologiche, ma anche un contenitore di emozioni, le emozioni della storia di questi 40 anni».
Il presidente, Luigi Piccione, ha ripercorso la storia. «Era il 1977 quando il vescovo, Angelo Rizzo, chiese a Stefano Battaglia, operatore al Don Orione di Roma, di attivarsi per dar vita ad un progetto che venisse incontro ai bisogni di chi più era emarginato. Siamo negli anni Settanta, in un periodo di protesta e di grandi cambiamenti sociali: a Vittoria, soprattutto tra i giovani, spira un forte vento di associazionismo e spirito di volontariato».
Piccione ha ricordato i soci fondatori, i presidenti che si sono succeduti: Saverio la Grua, Alfio Di Pietro, Emanuele Battaglia, Giuseppe Cosio. Poi la storia di oggi, la sfida di una nuova struttura all’avanguardia che oggi assiste 400 utenti (300 a Vittoria, 100 a Ragusa e Modica) e che si apre a nuove sfide: si realizzeranno conferenze specialistiche, open day per le scuole, manifestazioni ludiche all’aperto, manifestazioni teatrali e concerti.
Maria Amorelli ha ricordato altre tappe iniziali: la decisione delle due sorelle Buccellato di donare quel terreno per realizzare il nuovo centro.
Bruno Di Stefano (coordinatore dei terapisti) ha parlato della riabilitazione: «Un lavoro di relazioni, che si apre verso i bisogni delprossimo, che parte da una “postura dell’esserci”. Noi non rimaniamo nelle palestre, ma viviamo insieme ai nostri ragazzi».
Quindi Beatrice Di Vita: «Sono la mamma di Rachele. Fin dai primi giorni di vita ci siamo resi conto che la bimba aveva dei problemi: crisi epilettiche e difficoltà motorie. La sua sindrome è stata diagnosticata solo due anni fa. Il Centro per Neuromotulesi è un mondo che non conoscevamo. Qui ogni lacrima versata è diventata un sorriso ed una carezza che ci accompagna e ci ha aperto un nuovo orizzonte. La passione e la dedizione dei terapisti ci ha accompagnato nei tanti momenti difficili (i ricoveri in ospedale). Oggi vogliamo lavorare per costruire un vero percorso di inclusione. Sta nascendo un comitato di genitori per poter costruire un percorso comune anche di sostegno alla genitorialità».
Dopo il saluto della responsabile del Distretto di Vittoria dell’Asp, Maria Concetta Di Stefano, il vescovo, monsignor Carmelo Cuttitta, ha benedetto i nuovi locali. La sede non è ancora completa: sono stati realizzati quattro dei sei padiglioni previsti nel progetto.
«Oggi, con l’inaugurazione – ha concluso Piccione – si realizza il sogno dei “fondatori”. Una realtà nata nello spirito del servizio che ancora oggi caratterizza il lavoro degli operatori i quali continuano a scriverne la storia adeguandola al nascere di nuovi bisogni. Ilcentro appartiene agli utenti e appartiene quindi all’intera città di Vittoria, che deve essere orgogliosa e custode, nella consapevolezza di ospitare, nel proprio territorio, una struttura all’avanguardia nel campo della riabilitazione che oggi assiste circa 400 utenti della provincia».
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