Cene stellate al Timeo: Luigi Taglienti protagonista del primo appuntamento

Taormina – Questo autunno, nell’ambito de ‘Les Etoiles de la Gastronomie’, una serie di iniziative dedicate all’alta ristorazione che riunisce importanti personaggi del mondo enogastronomico
italiano, e in collaborazione con la maison di champagne Steinbrück, Belmond Grand Hotel Timeo accompagna i suoi ospiti in un viaggio del gusto con una serie di cene d’autore da non perdere.

Roberto Toro, Executive Chef del Timeo dal 2012, dopo aver deliziato i palati dei grandi della terra durante il G7 dello scorso maggio e in attesa di aprire la Settimana della Cucina Italiana a Washington, aprirà le porte della sua cucina a sei degli chef stellati più rinomati ed innovativi del nostro Paese, per creare degli speciali menu degustazione a quattro mani con abbinamento tutto di champagne.

Il primo appuntamento di questi appuntamenti ha avuto come protagonista Luigi Taglienti, giovane Chef con importanti esperienze alle spalle. Nel suo percorso ha lavorato con alcuni grandi nomi della cucina internazionale come Santin, Willer e Cracco, e gestito le cucine di grandi ristoranti come Trussardi alla Scala. Definito come ‘uno dei migliori Chef italiani under 40’, Luigi ha le idee chiare tanto sulla filosofia di cucina quanto su quella di management, tant’è che ha aperto un ristorante tutto suo, il Lume, dove definisce personalmente ogni dettaglio, e che a pochi mesi dall’apertura nel 2016, ha ottenuto la prima stella Michelin.

Luigi, cosa l’ha spinta verso questa esperienza in Sicilia?

“Di certo il confronto con una realtà diversa dalla mia e la scoperta di un territorio straordinario. La Sicilia mi piace molto perché è una terra contaminata, che nasconde mille sapori diversi ma tutti rappresentativi dell’isola”.

Hotel o ristorante?

“Io adoro il mondo dell’hotellerie perché credo che sia la massima forma di espressione del mestiere dell’ospitalità con le sue mille sfaccettature, ma alla fine ho deciso di concentrarmi sui ristoranti perché penso che si possa dare un’impronta più personale rispetto alla cucina di un hotel”.

Qual è lo stile della sua cucina?

“I piatti che creo sono istintivi e allo stesso tempo razionali: passo molto tempo dentro la cucina dove rielaboro velocemente e traduco in tecnica le mie intuizioni e i miei pensieri.

Cosa caratterizza i suoi piatti?

Nelle mie ricette c’è molta Liguria: credo che sia naturale portarsi dietro, anche involontariamente, parte del proprio bagaglio di esperienza vissuta. I miei piatti nascono con un DNA molto italiano che si lega ai sapori della memoria per poi intraprendere un viaggio di scoperta autonomo.

In cucina equilibrio o rottura?

Io non seguo le mode, ma la mia cucina è molto moderna. Ho delle forti basi classiche che mi permettono di sviluppare ricette innovative senza stravolgere troppo gli ingredienti.

Cosa ama del suo lavoro?

La cosa che mi piace di più di questo mestiere è stare in cucina e percepire il cambio delle stagioni grazie ai profumi che la attraversano. Ad esempio, basta un risotto ai funghi preparato dopo una piovosa giornata di agosto per sentire addosso l’autunno in arrivo.

Piatto preferito?

Pasta in bianco con un filo di olio ligure: c’è un mondo dietro all’apparente semplicità.

La cosa più importante per lei?

In assoluto il rispetto, che per me vuol dire rispetto delle persone, del nostro mestiere, ma anche delle materie prime che utilizzo in cucina.