Ceferin “Progetto Superlega egoistico, alimentato da avidità”

MONTREUX (SVIZZERA) (ITALPRESS) – “L’azione portata avanti dai 12 club è un progetto senza senso, egoistico, alimentato dall’avidità. Un piano cinico, che va contro quello che dovrebbe essere il calcio. Ma non lo permetteremo”. Da Montreux, al termine della riunione dell’Esecutivo, parte al contrattacco il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin. E a conferma di quanto già annunciato ieri in un comunicato, quando ancora la Superlega era una voce non confermata, “ai calciatori che giocano nelle squadre che fanno parte di questa lega chiusa non sarà permesso di partecipare ai Mondiali e agli Europei. Faremo tutto quello che è in nostro potere perchè questo progetto non sia mai realizzato”.

Per Ceferin l’idea della Superlega “equivale a sputare in faccia a tutte le persone che lavorano e amano il calcio. Ma non lasceremo che ce lo portino via. La Uefa non è una questione di soldi, la Superlega sì, è una questione di interessi di una dozzina. Per alcune persone la solidarietà non esiste, esiste solo il denaro nelle loro tasche”. E Andrea Agnelli, dimissionario presidente dell’Eca e ora vicepresidente della neonata Superlega, è il principale destinatario delle critiche di Ceferin. “C’è una piccola parte di persone accecata dall’avidità, a cui non interessa nient’altro. Andrea Agnelli è una delle più grandi delusioni, se non la più grande. Non ho mai visto una persona che mentisse così di continuo. Avevo parlato con lui sabato pomeriggio, mi aveva detto solo che erano voci, di non preoccuparmi, che mi avrebbe chiamato in un’ora. E invece ha spento il telefono. L’avidità è così forte che sconfigge tutti i giusti valori umani. Ma resto calmo, anzi, sono felice che sia successo perchè queste persone hanno mostrato il loro vero volto”. Ceferin assicura di avere il sostegno sia della Fifa che della Commissione dell’Unione Europea, oltre che della Federcalcio italiana. “Ribadisco il nostro no alla Superlega” le parole di Gravina.

“L’unica riforma percorribile è quella nata dalla proposta Uefa sulla Champions League, ogni tentativo di fuga in avanti è irricevibile e dannoso per il calcio europeo e l’adesione a questo progetto pone gli stessi Club fuori dal contesto riconosciuto dalla Fifa”. Il numero uno della Figc ribadisce anche l’importanza dei campionati nazionali: “Il patrimonio sportivo e culturale delle singole competizioni rappresenta un valore aggiunto per qualsiasi torneo internazionale, vogliamo difendere il merito sportivo e la possibilità di per ogni squadra di inseguire un grande sogno, insieme ai propri sostenitori. Il calcio è dei tifosi, va modernizzato, ma non snaturato. Il calcio è partecipazione e condivisione, non è un Club elitario”.