Cefalù, un’ora di buio al giorno contro la chiusura del punto nascite
Una settimana al buio per protestare contro la chiusura del punto nascita all’Ospedale Giglio. Scatterà sabato 7 marzo alle ore 20, vigilia della festa delle donne, la protesta dei cefaludesi contro la decisione dell’Assessorato alla Salute. Per una settimana, dalle ore 20 alle 21, abbasseranno le serrande e chiuderanno le persiane di casa per lasciare la città al buio e far sapere a tutti che il loro centro nascite non lo vogliono toccato. «Spegniamo le luci e restiamo al buio – dicono i promotori della manifestazione – perchè vogliamo far sapere a tutto il mondo, soprattutto attraverso i tanti turisti che visitano la città, che si sta tentando di distruggere la nostra comunità e ci stanno impedendo di pianificare il nostro futuro sociale ed economico». Fino al 14 marzo, quindi, ma non si esclude che la forma di protesta non possa andare avanti fino a Pasqua quando a Cefalù arriveranno tanti turisti, ogni sera la cittadina normanna si ritroverà al buio perchè, a detta degli organizzatori, chiudere il centro nascite equivale a chiudere la città, non fare più nascere persone fra le mura cittadine equivale a distruggere per sempre la bella cittadina turistica conosciuta in tutto il mondo.
Al motto «chi chiude il centro nascite dice no alla vita», inoltre, domenica mattina 8 marzo, festa delle donne, gli abitanti dell’intero comprensorio che fa capo all’ospedale Giglio, daranno vita ad una grande manifestazione di protesta nel centro storico cefaludese. In testa al corteo i nove sindaci del distretto sanitario che hanno dato la loro adesione ed arriveranno in fascia tricolore e con lo stendardo del Municipio.