Sono passati 36 giorni da quando uno dei piloni che sostengono il viadotto Himera ha ceduto, determinando la chiusura di un lungo tratto della A19 Palermo-Catania, ma ancora la dichiarazione dello stato di emergenza, propedeutico per realizzare in tempi brevi la bretella necessaria per bypassare il viadotto, non c’è ancora. La decisione doveva essere presa dal consiglio dei ministri che si è riunito ieri, ma c’è stato l’ennesimo rinvio.
Prima il problema era che la Regione non aveva presentato la richiesta con il relativo dossier, che serve per stanziare le somme necessarie ai lavori: adesso invece, la documentazione è arrivata ma pare che ci siano divergenze di vedute fra il governo nazionale e quello regionale sui lavori da includere nel provvedimento di emergenza.
I tecnici della Protezione Civile regionale hanno infatti incluso, oltre alla A19 anche una serie di eventi franosi che hanno colpito la rete viaria siciliana per un ammontare di circa 34 milioni di euro, in aggiunta ai 30 che dovrebbe spendere l’ANAS per costruire la bretella e distruggere il viadotto.
A Roma si vuole verificare che non si tratti di una “furbata” per trasferire costi che spettano alla Sicilia con il pretesto dell’emergenza.
Sullo sfondo c’è anche la cosiddetta riforma delle Province, il cui unico risultato è stato quello di bloccare l’attività di questi enti (tra cui anche la manutenzione delle strade) senza alcuna soluzione alternativa, secondo un copione consolidato dei governi di Crocetta.
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