A Palermo, un cavallo è crollato per la fatica di dover trascinare una carrozza con una famiglia a bordo sotto il sole cocente. È riuscito con difficoltà a rimettersi in piedi e i turisti che trasportava si sono anche irritati di non aver potuto terminare la corsa. A Messina, un altro cavallo è stato trovato morto in una pozza di sangue dopo che era andato a sbattere contro il palo di un cartellone pubblicitario. Stando alle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella strada, un uomo lo avrebbe poi incitato bruscamente ad alzarsi e – vedendo che non ci riusciva – lo avrebbe lasciato lì agonizzante a morire.
“Questi sono solo gli ultimi due casi balzati alle cronache, ma i cavalli vengono sfruttati in modi gravissimi in tutta Italia: dalle famose botticelle romane alle carrozzelle fiorentine e tutte le altre forme di trasporto ‘turistico’ utilizzate in lungo e in largo per il nostro Paese. L’estate è ovviamente il periodo più drammatico per questo fenomeno, perché le temperature altissime a cui ormai siamo soggetti mettono a dura prova la vita di questi poveri animali, costretti a sopportare fatiche estenuanti in condizioni disumane. Il Comune di Palermo ha recentemente emesso un’ordinanza che dovrebbe tutelare i cavalli utilizzati per questi scopi turistici, prevedendo il divieto quando la temperatura supera i 37 gradi. Come se fino a 36 gradi il caldo sia sopportabile e l’asfalto cittadino non sia già rovente. Anche altre città hanno regole simili, ma questo non è assolutamente sufficiente a tutelare il benessere degli equidi”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection.
LNDC Animal Protection da tempo si batte affinché questa orribile forma di sfruttamento venga superata e si inizi a pensare a modi diversi di intrattenere i tanti turisti che visitano le nostre città. Le tradizioni possono e dovrebbero essere aggiornate e riviste in base alla consapevolezza che si acquisisce nel corso del tempo. Oggi sappiamo che i cavalli hanno una sensibilità molto accentuata e continuare a sfruttarli in questo modo è abominevole.
“Francamente sono rimasta inorridita dalla reazione della famiglia in visita a Palermo che, stando a quanto riportato, si sarebbe infastidita per non aver potuto terminare il giro in carrozza a causa del malore dell’animale. Già scegliere questo tipo di “attrazione” turistica fa capire il livello umano di certe persone, ma pensare solo al proprio interesse davanti a un cavallo che si accascia a terra stremato è davvero meschino. Come già fatto in passato mi appello ai turisti, prima ancora che alle istituzioni: evitate i giri in carrozza, non contribuite a questo sfruttamento, non rendetevi complici. Solo così le cose potranno cambiare”, conclude Rosati.
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