Per alcuni è una semplice partita di calcio. Un incontro che dura 90 minuti e che assegna tre punti ad una squadra oppure un punto per ciascuno. Ciò significherebbe negare emozioni, gioie, dolori, passioni che il derby di Sicilia ha regalato nella storia. Una storia fatta di rivalità sportiva e non, di diverse concezioni della vita e differenti punti di vista. Palermitani e catanesi, inutile negarlo, vivono del derby e lo attendono per mesi. Una vittoria spesso equivale a una soddisfazione per l’intero anno o almeno fino al derby successivo. Palermo-Catania è stato tutto questo ma la dote forse più bella che possiede è il sano sfottò che dall’una o dall’altra parte si innesca verso il rivale. Come non dimenticare la mano aperta con cui i palermitani salutavano i catanesi dopo il 5-0 di qualche anno fa. Ma come non dimenticare anche i poker che raffiguravano gli assi catanesi all’indomani dell’ultimo derby. E proprio da lì bisogna partire per leggere la gara di domenica. La voglia di riscatto dei rosanero che cercheranno in ogni modo di cancellare quello schiaffo. Da parte dei rossazzurri però le motivazioni non mancano e la vittoria è l’unico risultato da ricercare. Mai come quest’anno forse il derby siciliano può essere il crocevia della stagione per la squadra etnea. Il bilancio fin qui parla chiaro: 8 punti e squadra penultima. In questo inizio di annata c’è stato tutto. Infortuni, errori tecnici, sfortuna, avversioni arbitrali. Un mix che ha negato diversi punti che al Catania servirebbero parecchio. Il tecnico Gianluca Atzori (un ex da giocatore), nonostante la fiducia ribadita dalla società continua ad essere in bilico perché si sa quando i risultati mancano a pagare è l’allenatore. Questa vigilia di derby è stata particolarmente movimentata. L’amministratore delegato Lo Monaco si è scagliato contro tifosi e giornalisti che non aiuterebbero la squadra, ma se vogliamo il suo è stato un intervento per difenderla e proteggerla dalle critiche. Proprio quei tifosi che per motivi di ordine pubblico non potranno seguire i rossazzurri al Barbera. Saranno tutti incollati davanti la tv dunque. Tutti tranne uno, il presidente Nino Pulvirenti. Lui si che seguirà come sempre la squadra, lui che in settimana ha caricato Peppe Mascara, facendosi promettere un gol. Se poi dovesse essere da centrocampo come l’anno scorso, ancora meglio. Ma quest’anno conta vincere. Per cambiare il volto della stagione.
di Daniele Di Frangia
Le attese del tifoso palermitano (di Roberto Cammarata)
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