Catania-Udinese 3-1: ripresa da urlo e tredicesima vittoria, settimo posto a due punti dal quinto
Trazione anteriore – Maran deve fare a meno di Bergessio che non è ancora al meglio e parte dalla panchina: il tridente offensivo a supporto di Gomez è composto da Izco, Castro e dal rientrante B…
di redazione
Calcio Catania: Trazione anteriore – Maran deve fare a meno di Bergessio che non è ancora al meglio e parte dalla panchina: il tridente offensivo a supporto di Gomez è composto da Izco, Castro e dal rientrante Barrientos, in mezzo al campo Lodi e Almiron in cabina di regia, in difesa Alvarez a destra, Marchese a sinistra, Legrottaglie e Bellusci centrali, tra i pali Andujar. Sulla panchina opposta Guidolin deve fare a meno di otto uomini per effetto di infortuni e squalifiche, gli undici che vanno in campo sono: Brkic tra i pali, Benatia, Danilo e Angella in difesa, Faraoni, Badu, Allan, Merkel e Gabriel Silva a centrocampo, in avanti Pereyra e Muriel, il modulo dei bianconeri è un 3-5-1-1.Partita difficile – Sin dalla prime battute si intuisce come la sfida sia complicata per i rossazzurri, l’Udinese è molto attenta e agguerrita, i bianconeri rimangono corti sul terreno di gioco e riescono a chiudere molto bene le trame offensive del Catania. Lodi e Almiron provano col fraseggio ma spesso le iniziative etnee si perdono sulla trequarti dove Gomez, schierato come punta centrale, non riesce a tenere palla, sovrastato fisicamente da Danilo e Benatia; Izco a sinistra e Barrientos a destra non riescono a pungere e Castro schierato tra le linee non trova le giuste misure. Non è un caso che le occasioni migliori siano di marca friulana, già al 1° Danilo di testa impegna Andujar, in seguito al 19° Merkel su punizione chiama l’estremo difensore argentino al volo per deviare in angolo. Il Catania risponde con un colpo di testa di Castro alto sulla traversa e con un pallonetto di Barrientos sulla corta respinta di Brkic, anche in questo caso la sfera finisce alta; per i rossazzurri le occasioni scaturiscono sempre da palla inattiva. Per tutto il primo tempo il Catania rimane imbavagliato, incapace di fare male, l’Udinese in velocità è più ficcante: al 31° ci prova Faraoni con un destro bloccato da Andujar, al 45° un violento destro di Merkel sibila non troppo distante dal palo; i rossazzurri si rendono pericolosi solamente con un destro di Castro da buona posizione, il tiro strozzato però finisce facile tra le mani di Brkic.Ripresa da urlo – Nella ripresa il Catania risorge, scende in campo con un piglio da grande squadra ed accelera immediatamente: Maran sposta alcune pedine riportando Izco a destra a centrocampo nel 4-3-3 e Castro come punta centrale, Gomez va a sinistra ma è l’atteggiamento ad essere diverso, è la veemenza con cui il Catania si porta nella metà campo avversaria che fa la differenza. Al 48° è già gol: Barrientos inventa una verticalizzazione favolosa per Gomez, che prima combina con Castro e poi sfrutta l’assist del Pata per mettere in rete, 1-0! Il gol del vantaggio fa volare il Catania sulle ali dell’entusiasmo, l’Udinese accusa il colpo e non riesce a reagire, anzi subisce il raddoppio: nuova invenzione di Barrientos che di destro al 67° inventa un assist perfetto per la testa di Gomez, che brucia tutti sul tempo e realizza la sua doppietta, 2-0! La partita è completamente in mano ai rossazzurri, Guidolin prova con qualche cambio, dentro Campos Toro e fuori Faraoni, in seguito entreranno anche Ranegie per Merkel e Zielinski per Benatia, ma è tutto inutile perchè nel frattempo Lodi al 71°, con l’aiuto di una deviazione, su punizione ha già realizzato il 3-0. La gara è sostanzialmente finita, prima della fine c’è solo il tempo per il gol della bandiera di Muriel, che non incide più di tanto sulla gara, e per i cambi di Doukara e Keko, in campo per Gomez e Castro rispettivamente. In precedenza, Biagianti aveva preso il posto di Almiron. Il 3-1 finale è lo specchio della forza di questo Catania che ottiene la tredicesima vittoria e continua la sua rincorsa verso l’Europa: arrivarci non è un obbligo, provarci è un dovere, come da slogan del Presidente. Noi ci crediamo ancora di più.