di redazione
La Provincia di Catania rende noto che Foto allegate:
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La Provincia è stata condannata a pagare una somma pari a 25 volte la somma di cui in modo truffaldino si appropriarono, quasi 40 anni fa, a titolo personale due dipendenti dell’Ente già definitivamente con¬dannati in sede penale. La disposizione è stata emessa dal giudice del Tribunale di Catania, sezione distaccata di Mascalucia, che ha rigettato l’opposizione al provvedimento curato dall’avvocatura provinciale. Una decisione che produrrà un grave danno alle casse provinciali che per la prima volta sforeranno patto di stabilità. Per protestare in merito alla sentenza del giudice, con la quale si condanna l’ente a pagare 23 milioni di euro all’ex Istituto Finanziario (ora fallito), a fronte 1,8 miliardi di lire truffati, il presidente della Provincia ha occupato simbolicamente la sede della Tesoreria del Centro direzionale Nuovaluce. ‘Riteniamo il pignoramento inattuabile, oltre che ingiusto, perchè imporrebbe alla Provincia uno sforamento del Patto di Stabilità interno ‘ ha dichiarato il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione ‘ con tutto ciò che ne conseguirebbe: meno investimenti e risorse sottratte alla sicurezza e alla manutenzione di scuole e strade. Non posso permettere che a farne ingiustamente le spese siano i cittadini della provincia. Per questo presenterò un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti ai quali chiederò di accertare le responsabilità e di verificare questa assurda vicenda. L’ente che amministro ‘ ha chiarito il presidente Castiglione- non vuole sottrarsi ad eventuali oneri da pagare tanto da avere avanzato, in un recente passato, due ipotesi d’accordo. La prima prevedeva una riduzione del pagamento entro i limiti imposti dalla legge; nella seconda proposta, invece, abbiamo ipotizzato una rateizzazione dell’importo richiesto in quattro anni. La sentenza del giudice, invece, rigetta le nostre motivazioni e pone l’ente in una rovinosa difficoltà finanziaria che sfocerà certamente nello sforamento del Patto di stabilità. E questo certamente danneggia l’operato virtuoso dell’Amministrazione che per quattro anni ha lavorato nella trasparenza e con i conti in ordine’. Il ‘Patto di stabilità interno degli enti locali’ impone, infatti, agli enti di concorrere agli obiettivi della finanza pubblica propri dello Stato, garantendo il contenimento della spesa corrente. Se l’obiettivo non viene raggiunto si applicano le sanzioni stabilite dall’art. 7 del d.lgs n. 149 del 6 settembre 2011, che prevedono tagli agli investimenti e ai servizi per i cittadini
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