Catania. Terzo settore, parte il Forum Provinciale
Catania – Si è riunito presso la sede della Cisl di Catania un gruppo di associazioni per avviare la fase costituente del Forum provinciale del Terzo Settore. Al momento, hanno aderito le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, le associazioni Acli, Confcooperative, Città solidale, Anolf, Fratres, Auser, Anteas e Ada. Portavoce del gruppo è stato nominato Fulvio Garigliano, presidente provinciale dell’Anteas. Il prossimo incontro è stato programmato per martedì 11 febbraio. Si attendono altre adesioni.
Il cosiddetto “Terzo settore” rappresenta la parte numericamente più consistente del non profit del Paese. È composto da numerose organizzazioni private del volontariato, dell’associazionismo, dal mondo sindacale e della cooperazione sociale e internazionale profondamente radicate nella società e attive da diversi anni nella vita del Paese. Si tratta di realtà diverse per storie, culture e modelli organizzativi, ma unite dalla condivisione di forti valori comuni: la dignità e promozione della persona, l’uguaglianza dei diritti come base del patto di cittadinanza; la dimensione comunitaria e partecipativa come orizzonte di una possibile convivenza che promuove pace e legalità.
Si caratterizzano per l’impegno nella direzione di una società solidale, laica e pluralista, in cui culture e religioni diverse sappiano incontrarsi e dialogare. Credono in un autentico sviluppo umano, in cui l’obiettivo della crescita economica vada di pari passo con quello della tutela dei diritti e dei beni comuni, della qualità della vita, dell’ambiente e delle relazioni sociali. Operano in ambiti diversi ma sono accomunati dalla vocazione a misurarsi, nei territori e nelle comunità locali, coi problemi concreti; a promuovere l’azione collettiva delle persone in nome dell’interesse generale e del bene comune.
«Viviamo in una società frammentata – dice Garigliano – incapace di anteporre l’idea del bene comune agli interessi particolari e di fare sistema fra le sue componenti. Nuove povertà, precarietà delle condizioni di lavoro e di vita colpiscono strati sociali sempre più estesi alimentando un diffuso sentimento di insicurezza e di sfiducia. L’invadenza del mercato e dei consumi negli stili di vita e negli orientamenti culturali produce nelle persone una profonda crisi di senso e una condizione di grande solitudine. Scontiamo l’assenza di un progetto comune in cui riconoscersi, la caduta verticale dell’aspettativa di futuro e della speranza».
«Per questo motivo il Terzo Settore vuole esprimere una soggettività politica e rivendica la propria autonomia come parte sociale integrata nel “sistema Paese”. Oggi, di fronte alla crisi e alle difficoltà crescenti del rapporto fra cittadini e istituzioni, occorre investire di più nell’iniziativa autonoma dei soggetti sociali e nella loro capacità di progettazione unitaria, dare voce e visibilità a una società civile partecipe e impegnata, che rivendica un ruolo politico e intende concorrere con pari dignità alle decisioni pubbliche».