Catania: studenti universitari bloccano test d’ingresso

CATANIA – Questa mattina una ventina di studenti e studentesse di vari dipartimenti dell’Università di Catania hanno bloccato simbolicamente l’ingresso delle Ciminiere, luogo in cui da anni si svolgono i test d’ingresso per accedere ai corsi di studio dell’Ateneo.

Protesta simbolica

“I test d’ingresso sono sia il primo momento in cui gli studenti vengono inseriti nel mondo dell’Università – dichiara Lara Torrisi, studentessa dell’Università di Catania –  ma sono anche il primo momento in cui vengono spronati alla competizione tra di loro. Inoltre il sistema universitario è ormai afflitto da una serie di problematiche delle quali i test sono solo una minima parte: un sistema di valutazione carente e malfunzionante, un enorme divario tra università del nord e università del sud italia, e in generale i finanziamenti di cui l’Università usufruisce, che non sono neanche lontanamente sufficienti per coprire le spese di cui l’università oggi avrebbe bisogno. Crediamo che l’Università debba essere un luogo aperto a tutti, senza barriere nè sbarramenti, in cui tutti possono accedere ai corsi che preferiscono”.

Gli studenti del Coordinamento Universitario Catania lanciano un nuovo appuntamento: un’assemblea d’ateneo che si terrà al Monastero dei Benedettini il 21 settembre, in cui si discuterà tra studenti, docenti e ricercatori, dello sciopero degli appelli.
“I docenti – continua Lara Torrisi – hanno indetto uno sciopero degli appelli, è ormai risaputo. Noi li supportiamo nella loro scelta di scioperare, e crediamo che vadano costruiti momenti di dibattito  Noi li supportiamo nella loro scelta di scioperare, e crediamo che vadano costruiti momenti di dibattito e confronto tra tutte le anime dell’Università, per avere una lotta più decisa e che possa davvero cambiare il destino dell’Università pubblica, che oggi è palesemente svilita e in difficoltà. Sarà un autunno ricco di iniziative e confronti, perchè crediamo che anche gli studenti e le studentesse dell’ateneo sentano il bisogno di confrontarsi tra di loro, e discutere dei problemi dell’Università”.