Catania, 14 ott – Dovranno rispondere dei reati di peculato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni
pubbliche, corruzione, falso e frode fiscale, le 10 persone arrestate dalla Guardia di finanza di Catania accusate di
essersi appropeiate indebitamente dei contributi pubblici, anche comunitari, destinati alla formazione. Lo comunica una nota delle Fiamme gialle che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare e contestuale
sequestro preventivo di beni mobili ed immobili per un valore complessivo pari a circa 3,7 milioni di euro, emessa dal Gip di Catania su richiesta della procura della Repubblica presso il tribunale locale. Piu’ nel dettaglio, l’indagine ha disvelato l’esistenza di un’associazione a delinquere che si e’ appropriata indebitamente di circa nove milioni di euro – allo stato accertati – sul totale dei circa 58 milioni ricevuti sotto forma di contributi ricevuti nel quinquennio 2005-2010 per l’organizzazione e realizzazione di 112 corsi di formazione. Gli enti di formazione professionale coinvolti sono l’A.n.f.e. provinciale (Associazione nazionale famiglie emigrati), l’I.r.a.p.s. (Istituto di ricerche e applicazioni psicologiche e sociologiche), l’A.n.f.e.s. (Associazione nazionale famiglie emigrati siciliani) e l’I.s.s.v.i.r.(Istruzione, servizi, sport, volontariato, italiano e regionale), tutti con sede a Catania e operanti anche in
altre province siciliane. Per due dei dieci indagati e’ stata dei quali e’ stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre per gli altri otto sono stati disposti gli arresti domiciliari.
“Gli arresti di oggi effettuati a Catania su richiesta della Guardia di Finanza e del procuratore Gennaro, rivelano l’esistenza di un mondo di colletti bianchi protesi all’accaparramento illecito della risorse pubbliche. Tale mondo e’ stato coperto e qualche volta rappresentato da una parte consistente del sistema politico siciliano, che ha fatto anche gli affari con tale sistema deviato”. Lo dice in un comunicato il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, che continua: “Viene fuori il ruolo di qualche funzionario della Regione e di parenti eccellenti di politici, nello schema classico che troviamo in tutta la formazione: fatture false a fronte di servizi inesistenti e a volte anche di alunni inesistenti. Ormai sono pochi gli enti che si salvano dagli scandali ed e’ l’ora di ripensare concretamente a un nuovo sistema di formazione che faccia a meno degli enti privati, che non solo effettuano i servizi a costi molto piu’ alti di quanto costerebbero direttamente alla Regione, ma forniscono spesso una qualita’ dei corsi assolutamente inaccettabile. La Regione -assicura Crocetta- sara’ ancora piu’ dura nei confronti di coloro che sbagliano o hanno sbagliato, ritenendo che i soldi dei siciliani debbano essere spesi per il popolo siciliano e non finanziare le clientele della politica. Su questo tema noi abbiamo aperto uno scontro sin dall’inizio che sta portando a fare chiarezza e pulizia. Verificheremo anche i comportamenti che hanno avuto i funzionari e i dirigenti sulla vicenda denunciata dalla procura di Catania, ma ritengo che con altrettanta immediatezza bisogna attivare la procedura di sospensione dell’accreditamento degli enti e del personale regionale coinvolti. Intanto grazie ai magistrati per il loro splendido lavoro e grazie alle forze dell’ordine di Catania,con cui siamo sempre pronti a collaborare, fornendo ogni documentazione necessaria”.
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