Catania, Rifiuti: missione a Salerno delegazione del Comune di Catania

Una delegazione del Comune di Catania guidata dall’assessore
Rosario D’Agata e formata dal capo della Direzione Ecologia Paolo Italia e dal
funzionario Orazio Fazio, si è recata a Salerno, su dispos…

Una delegazione del Comune di Catania guidata dall’assessore
Rosario D’Agata e formata dal capo della Direzione Ecologia Paolo Italia e dal
funzionario Orazio Fazio, si è recata a Salerno, su disposizione del sindaco
Enzo Bianco, per studiare i metodi che hanno consentito alla città campana di
raggiungere altissimi livelli qualitativi e quantitativi nella raccolta
differenziata, entrando nella ristretta cerchia dei Comuni virtuosi.
Un piano industriale accuratamente studiato ha infatti
consentito a Salerno di superare i valori di differenziata minimi fissati dalla
legge fino ad assestarsi, negli ultimi anni, tra il 65 e il 70% a fronte di una
soglia minima fissata dalla regione Campania del 25%.
Salerno ha introdotto un sistema di raccolta a domicilio già dal
2008 e ha superato le fortissime resistenze dei cittadini da una parte curando
la comunicazione per spiegare quanto fosse costoso per la collettività e per il
singolo non applicare la differenziata, dall’altro imponendo multe molto salate,
mediamente intorno ai 500 euro.
‘Dobbiamo riuscire a comunicare ai cittadini ‘ ha
spiegato l’assessore D’Agata ‘ una nuova filosofia, ossia quella che i rifiuti
solidi urbani non sono qualcosa di cui dobbiamo liberarci e per farlo siamo
disposti a pagare qualunque cifra. I rifiuti possono rappresentare invece,
attraverso quella raccolta differenziata che la nostra Amministrazione intende
incrementare, una vera e propria ricchezza. La dimostrazione l’abbiamo avuta
visitando l’impianto salernitano di compostaggio anaerobico della frazione umida
dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata. L’impianto, partendo dalla
spazzatura, produce biogas poi trasformato in energia elettrica e quel compost
venduto in agricoltura come fertilizzante. E il guadagno va alla
collettività’.
L’impianto – realizzato grazie a un finanziamento Por (Programmi
operativi Regionali) Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale)
2007-2013 – descritto come efficiente e di impatto zero in termini di
inquinamento, senza cattivi odori e che rappresenta una delle best practices
dell’Amministrazione comunale salernitana.
‘Questa missione ‘ ha spiegato Paolo Italia ‘ si è rivelata
utilissima perché, confrontandoci con i tecnici del Comune di Salerno sulle
difficoltà incontrate e sulle strategie per superarle, abbiamo cominciato a
mettere a punto una strategia che dovrebbe consentirci di agire efficacemente in
tempi brevi nel passaggio dalla raccolta cosiddetta di prossimità, ossia
attraverso i cassonetti, e quella differenziata porta a porta. Abbiamo esaminato
per esempio i problemi riguardanti il frazionamento dei soggetti che svolgono il
servizio e l’alto livello quantitativo delle risorse umane impiegate nel ciclo
dei rifiuti con conseguente innalzamento dei costi’.