Gli assessori Bosco e D’Agata, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle polemiche, puntualizzano che già l’amministrazione Stancanelli aveva fretta e scriveva: ‘ogni ulteriore indugio è foriero di danno economico e nocumento’Gli assessori ai Lavori pubblici Luigi Bosco e alla Viabilità Rosario D’Agata, rispondendo alle domande dei giornalisti nel Palazzo degli elefanti, hanno parlato delle polemiche sul nodo Gioeni.’Siamo di fronte ‘ ha detto D’Agata – all’ennesimo tentativo di sviare l’attenzione dagli sforzi incredibili che stiamo compiendo per rimediare agli errori e agli orrori, agli immobilismi e alle inettitudini della precedente amministrazione: dagli infiniti debiti spacciati per risanamento che paralizzano il Comune alla scelta deliberata di non pagare, sfruttando le possibilità offerte dal dl 35, le tantissime ditte catanesi creditrici del Comune e che oggi sono alla fame, dalla chiusura degli asili nido alla bolgia dei mercati abusivi, dai tagli alle strutture socioassistenziali alla gestione dell’Amt che ha condannato per mesi gli abitanti delle periferie agli arresti domiciliari’.Bosco ha preferito rispondere alle accuse di eccessiva fretta citando una frase contenuta nella delibera 101 del 7 marzo 2012, della Giunta Stancanelli: ‘L’esecuzione delle opere di adeguamento della circonvallazione nel tratto Tondo Gioeni-via Sebastiano Catania non sono ulteriormente differibili nel tempo e ogni ulteriore indugio è foriero di danno economico e nocumento per l’amministrazione’.Quel documento approvava una spesa di circa 2 milioni e 200.000 euro, che non venne mai inserita in bilancio, per il consolidamento del cavalcavia del Tondo Gioeni. A quella spesa si sarebbero dovuti aggiungere i costi, non quantificati, di un abbassamento della sede stradale della circonvallazione di 90 centimetri. Tutto denaro che il Comune di Catania non possedeva.Bosco ha sottolineato inoltre come fin dall’inizio la conclusione dei lavori della rotatoria era stata prevista tra ottobre e novembre, come non sia mai esistito alcun problema di mappatura di sottoservizi, né alcun problema di mancanza di finanziamenti. ‘In realtà ‘ ha sottolineato D’Agata – con certe domande inutili, con fantasiose azioni collettive, con ‘clamorose iniziative’ che si rivelano inconsistenti, si voleva e si vuole soltanto ottenere spazio gratuito sui giornali, ricevere pubblicità. E gettare un po’ di fango su chi sta lavorando con grande fatica’.’Avevamo detto fin dall’inizio, scusandoci ‘ hanno sottolineato i due assessori – che i lavori avrebbero provocato dei disagi. Per questo abbiamo messo in campo fin dall’inizio tutte le nostre forze. In certi casi si sono evidenziate delle criticità perché il numero dei Vigili urbani non è adeguato e bisogna coprire anche altre emergenze cittadine, ma i disastri pronosticati dalle cassandre non si sono verificati’. A chi continua a ripetere che il cantiere è stato fermo per lungo tempo, Bosco ha risposto che ‘Sarebbe bastato avvicinarsi, come hanno fatto del resto cronisti e operatori televisivi, per rendersi conto che gli operai stavano lavorando nella zona del sottopasso della circonvallazione, quindi non visibili dalla strada. I lavori, così come prevedeva il progetto, prevedevano il riempimento con materiale inerte e iniezioni di calcestruzzo. Contemporaneamente, così come ripetutamente spiegato, si sta completando lo spostamento dei sottoservizi’.D’Agata ha poi sottolineato che se nel giorno dell’apertura delle scuole il traffico automobilistico in tutt’Europa aumenta a dismisura, ‘non si può tentare di attribuire una tendenza nazionale e internazionale soltanto ai lavori per il nodo Gioeni’ e ha citato i dati riguardanti Roma, dove si prevede un incremento delle code del 300%, e Milano, dove aumenteranno fino a un totale di 60 km. ‘Attualmente ‘ ha spiegato l’assessore alla Viabilità – rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in media la percorrenza in coda nelle ore di punta nel tratto più caldo della circonvallazione, in direzione Misterbianco-Ognina, è di dieci-quindici minuti. Un tempo che speriamo di far scendere ulteriormente con alcuni piccoli correttivi’. ‘Deve far riflettere, infine ‘ ha concluso D’Agata – come dato politico, il fatto che questo tentativo di far diventare il nodo Gioeni il problema centrale della città, vede insieme personaggi appartenenti ad aree apparentemente diverse ma che in realtà facevano parte a pieno titolo del passato sistema di potere. E che lavorano per farlo tornare’.
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