Il sindaco Enzo Bianco,
commentando l’arrivo a Catania delle salme dei 17 migranti morti ieri a
Lampedusa e dei 206 superstiti, ha affermato: “L’Europa e il governo italiano
non possono ricordarsi di questo fenomeno che causa dolore e sofferenza a intere
popolazioni di migranti soltanto quando si verificano dei morti: Catania non si
tira indietro e anche oggi faremo la nostra parte, con la dignità della nostra
gente, ma va detto chiaramente che siamo al collasso”.
“Ricordo – ha aggiunto il sindaco
– la commozione che l’Europa intera provò quando a Catania, nell’agosto scorso,
alcuni disperati morirono annegati a pochi metri dalla spiaggia della Plaia,
quel confine europeo che rappresentava la loro terra promessa. Il giornale
tedesco Die Welt parlò di scena apocalittica. Allora a Catania fu proclamato il
lutto cittadino. E anche adesso la città non si sottrae alla solidarietà per i
superstiti e alla pietosa accoglienza di questi altri morti. Ma non possiamo
andare avanti così. Non è più un’emergenza saltuaria quella che ci troviamo ad
affrontare visto che ormai si protrae da mesi, se non da anni come a Lampedusa,
con una frequenza degli sbarchi quasi giornaliera lungo le coste della Sicilia e
con un incremento esponenziale nella zona orientale dell’Isola.
“La Sicilia – ha concluso Bianco –
non ce la fa più. E la prospettiva, a sentire le previsioni del governo
nazionale, è quella di un ulteriore aggravamento della situazione degli sbarchi
con centinaia di migliaia di persone che attendono di imbarcarsi per raggiungere
il confine europeo, la Sicilia. È soprattutto l’Europa, oltre al governo
italiano, ad avere la responsabilità: è inumano voltarsi dall’altra parte,
bisogna dare alla Sicilia mezzi e strumenti per affrontare quest’emergenza
umanitaria continua”.
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