Catania, La Provincia ufficializza il trasferimento del Museo del Mare all’Istituto Nautico
Accogliendo una specifica richiesta del sindaco Raffaele Stancanelli,il commissario straordinario della Provincia Regionale di Catania Antonina Liotta con una propria delibera,la n.51 del 25 marzo,ha …
di redazione
Accogliendo una specifica richiesta del sindaco Raffaele Stancanelli,il commissario straordinario della Provincia Regionale di Catania Antonina Liotta con una propria delibera,la n.51 del 25 marzo,ha autorizzato l’utilizzo gratuito dell’istituto tecnico Nautico,di competenza provinciale, per ospitare “Il Museo del Mare” del Comune,fino a qualche giorno addietro allestito in locali presi in affitto parecchi anni addietro.
“Ancora una volta-ha detto il sindaco Stancanelli-vengono smentiti dai fatti quanto diffondevano strumentali falsità circa la chiusura di una struttura che a noi sta sinceramente a cuore.Il Museo del Mare non sono non chiude ma anzi rilancia la sua attività,per giunta senza i gravosi costi per il Comune degli anni passati,nell’edificio che ospita il Nautico dove fin dalla prossima estate si potrà continuare a visitare la collezione di reperti appartenenti alla nostra tradizione marinara. Per questo-ha aggiunto il primo cittadino-ringrazio la dottoressa Liotta che ha raccolto il nostro invito a utilizzare il Nautico luogo adatto per esaltare la specificità del Museo e integrarlo coi ragazzi che studiano nell’istituto”.
Nella delibera del commissario straordinario della Provincia Regionale si fa riferimento a una nota del dirigente scolastico dell’Istituto in cui “plaude all’iniziativa del sindaco di Catania Stancanelli,perchè indispensabile al processo di orientamento e di sensibilizzazione dei giovani alle incommensurabili risorse del mare che così potranno integrarsi con la specificità museale”.
I dipendenti comunali fino adesso impegnati nel museo sono stati destinati ad altri inacrichi per garantire altri servizi alla cittadinanza nell’ottica di una ottimale gestione del personale e il fitto passivo di cui il Comune si grava supera i 30 mila euro annui.