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Un marchio di qualità, un sito internet per la compravendita on-line del pesce, l’adesione ad un rigido disciplinare per tutelare l’ambiente marino e per rispettare le regole imposte dall’Unione Europea. Queste sono le tre tappe che porteranno alla valorizzazione commerciale del pesce locale. Il progetto, denominato ‘Filiera Ittica Provincia di Catania’, vede la partecipazione di addetti alla pesca, proprietari di pescherecci, commercianti ed associazioni del settore, con la supervisione dell’assessorato alle Politiche dell’Agricoltura e Pesca della Provincia regionale di Catania. Per stabilire quali specie ittiche individuare si è svolto un seminario, nella sede della Capitaneria di Porto, su ‘Campagna di promozione e di valorizzazione nel settore della pesca’. Altri incontri si terranno ad Acicastello (Area marina protetta), e al municipio di Acireale e Riposto, rispettivamente il 4, il 17 e il 10 ottobre, con inizio alle ore 10,30. Gli incontri sono aperti a tutti, non escluse le scuole, i ristoratori e chiunque possa essere interessato all’incremento della filiera corta del pescato. Un convegno finale, il 22 ottobre, nella sede della Provincia, tirerà le somme dei vari incontri.’Occorre consumare pesce di stagione, proprio così come si fa con la frutta e la verdura. Rispettando la stagionalità abbiamo la certezza di avere pesce fresco e proveniente dal nostro mare.’ Così ha dichiarato, nella sede della Capitaneria di Porto, l’assessore provinciale Giovanni Bulla, intervenendo al seminario che ha visto come relatori: un delegato del comandante della Capitaneria di Porto, Domenico De Michele; Carmelo Messina, funzionario provinciale del servizio Politiche comunitarie; l’ing. Sonia Grasso, esperta in sistemi di qualità territoriale e certificazione; dott.ssa Lo Monaco, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia; e del dott. Tringali dell’associazione scientifica Ketos. L’assessore Bulla ha assicurato che il sito internet per le vendite on- line, creato dalla Provincia regionale di Catania, sarà gestito dalle associazioni e da un operatore qualificato. In sintesi accadrà questo: quando un peschereccio sta per giungere in rada comunica la quantità e la quantità di pesce che trasporta; messa subito in vendita, può essere acquistata, ad esempio, in Giappone. ‘Sfruttiamo la globalizzazione a nostro vantaggio – ha affermato Bulla -. Il consumatore, da parte sua, deve pretendere la filiera corta, che garantisce tracciabilità e freschezza. Con il disciplinare avremo una pesca sostenibile e otterremo risultati in campo europeo. Auspichiamo che i pescatori si uniscano in un consorzio per rendere più agevole la commercializzazione. Ringrazio il presidente Castiglione per aver creduto in questo progetto. Stiamo preparando le schede tecniche relative ai pesci più diffusi: gamberi e seppie del Golfo di Catania, nasello del mare di Acireale, triglia di scoglio di Acitrezza. Certamente non pretendiamo di eliminare i problemi dei pescatori, ma almeno siamo certi di aiutare un settore in crisi a causa del caro gasolio e della carenza di strutture per la refrigerazione e la conservazione del pesce’. Senza dubbio, un impianto in banchina, in cui il pescato appena sbarcato viene eviscerato, confezionato in atmosfera protettiva e preparato a filetti pronto-cuoci aiuterebbe molte persone che hanno poco tempo per stare in cucina, ma vogliono comunque mangiar genuino.
(Provincia Catania)
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