Catania, Illustrato il Piano di risanamento del bilancio

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Entro un mese si saprà se il ‘Piano di risanamento’ della Provincia regionale di Catania sarà approvato dal Ministero dell’Economia e dalla Corte dei Conti …

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di redazione

La Provincia di Catania rende noto che Foto allegate:

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Entro un mese si saprà se il ‘Piano di risanamento’ della Provincia regionale di Catania sarà approvato dal Ministero dell’Economia e dalla Corte dei Conti (sezione regionale di controllo, con sede a Palermo). Il documento programmatico, approvato con una delibera dal Consiglio provinciale, è stato elaborato con l’apporto di molteplici competenze, giacché è stato stilato con l’approvazione del commissario straordinario, del segretario generale, dei revisori dei conti, dei dirigenti provinciali della Ragioneria e dell’ Avvocatura, dai consiglieri provinciali e dai capigruppo. Contenimento di spesa e nuove entrate sono le due direttrici seguite obbligatoriamente dal Piano, allo scopo di rafforzare e consolidare il bilancio nell’esercizio pluriennale. Tale strategia finanziaria consentirà di render la manovra della Provincia credibile agli Enti di controllo.  ‘Obtorto collo abbiamo dovuto incidere sulle entrate aumentando per il 2013 (e soltanto per un anno) gli importi che i cittadini devono versare al momento dell’acquisto e assicurazione delle auto (IPT e RCA)’. Così ha dichiarato il commissario straordinario della Provincia, Antonella Liotta, che in conferenza stampa ‘ assieme al presidente del Consiglio provinciale Giovanni Leonardi, al revisore dei conti Giuseppe Rocca, in presenza del segretario generale Francesca Ganci – ha presentato il Piano di riequilibrio finanziario, votato dal ieri sera dal Consiglio provinciale (approvato a maggioranza, con 4 voti contrari: Antonio Tomarchio e Giuseppe Branciforte dei Comunisti italiani -Idv, Antonio Danubio Udc, Sergio Gruttadauria del Gruppo misto). ‘L’Amministrazione precedente , malgrado i tagli, era riuscita a mantenere l’equilibrio finanziario dell’Ente ‘ ha proseguito la Liotta – . Il debito di 23 milioni di euro all’Ifi ha fatto però precipitare la situazione, anche perché il giudice fallimentare ha rifiutato la nostra proposta di dilazionare il debito in 5 anni. E’ strano che in passato non sia stato mai creato un ‘tavolo’ per negoziare con i rappresentanti del l’Ifi e che la Provincia non si sia mai costituita parte civile nel processo contro gli autori della truffa. Occorre adesso individuare le responsabilità individuali, se ci sono. Mi ripropongo di completare l’acquisizione degli atti e di trasmettere il fascicolo alla procura della Corte dei conti e alla procura della Repubblica, cui spetta fare luce su una situazione che presenta parecchi punti di opacità. Per riequilibrare il bilancio dell’Ente interverremo con la razionalizzazione dei fitti passivi, la valorizzazione degli immobili di proprietà, il risparmio energetico. Il contenimento delle spese non toccherà né la solidarietà sociale né le scuole’. Giovanni Leonardi ha denunciato il ritardo con cui i consiglieri provinciali e i revisori sono venuti a conoscenza della vicenda Ifi. ‘Il debito di 23 milioni di euro si è abbattuto come uno tsunami sulla Provincia, anche se la truffa perpetrata da due dipendenti risale al 1978. Pretendiamo che sia fatta chiarezza sulla omessa comunicazione al Consiglio. Bisogna individuare eventuali responsabilità di tipo personale, da parte dei vertici burocratici dell’Ente. Siamo stati costretti a aumentare la tassazione, ridurre le spese, anche dello stesso Consiglio, per far fronte alle difficoltà finanziarie. I tagli rigorosi sono stati una scelta necessaria e ponderata’.