Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’associazione “Come Ginestre” Onlus, che denuncia un atteggiamento discriminante da parte della Direzione sport Comune di Catania.
«Da 3 settimane il nostro sodalizio subisce atti discriminanti da parte della Direzione Sport , diretta da Paolo Italia, e del responsabile degli impianti sportivi Roberto Marzà, che per più di una occasione anno deliberatamente vietato l’accesso sia nella Piscina di Nesima sia al Palacatania dove svolgiamo le nostre regolari attività di nuoto paralimpico e di wheelchair rugby (rugby in carrozzina), senza una reale motivazione.
Nel primo caso è stato vietato l’ingresso perché, al dire della direzione non ero in regola con i pagamenti anticipati, cosa non vera, tanto è vero che il tempo di inviare una foto su whatsapp del bonifico effettuato agli operatori della piscina che tutto è stato risolto, ma la cosa più indecorosa è il messaggio che è passato davanti alle tante famiglie presenti all’ingresso delle piscine, in barba alla privacy.
Questo episodio non è isolato ma una settimana prima era successo la stessa cosa al Palacatania, stavolta avevo la copia cartacea del bonifico che ho mostrato agli impiegati di turno, che invece avevano ricevuto l’ordine “ Come Ginestre di Mirabella non deve entrare”.
Di tutto ciò ho tempestivamente portato a conoscenza dell’Assessore Valentina Scialfa, il Capo di Gabinetto del Sindaco, il quale ho esternato con tutta la mia rabbia che non era tollerabile un tale atteggiamento discriminatorio, oserei dire di “stalking”, nei riguardi del sodalizio di cui sono il Presidente.
Nessun intervento da parte dell’amministrazione, tranne qualche richiamo verbale ai burocrati citati prima. Non contenti dei richiami subiti, i burocrati, riprovano con un altro diniego, obbligano gli impiegati di turno del Palacatania a tenere chiusi i cancelli se non esibisco l’autorizzazione all’uso dell’impianto, autorizzazione concessami fino al mese di Giugno 2017 che regolarmente non porto dappresso perché nessuno mi ha mai chiesto.
A questo punto chiamo la Polizia prima e i Carabinieri dopo per spiegare e denunciare quanto stava accadendo, a questo punto gli impiegati di servizio chiamano la direzione, chi sa per quale motivo, autorizzano l’apertura dei cancelli ed il nostro ingresso.
Quindi comprendiamo che dinanzi alla possibilità che da li a qualche minuto potevano arrivare le forze dell’ordine, non trovandosi nelle condizioni di avere ragione, si sono messi paura.
Mi chiedo e chiedo del perché di questo atteggiamento da parte dei dirigenti del Comune e soprattutto quale è il ruolo dell’Assessore se dinanzi ad un atteggiamento arrogante dei suoi dirigenti rimane indifferente e non sostiene le ragioni di associazione onlus che da anni svolge in silenzio un’attività sociale importante a favore delle persone con disabilità.
Ancora una volta mi rivolgo ai mass media per avere il loro sostegno, affinché assieme, possiamo lanciare un allarme importante, cioè che l’amministrazione è ostaggio dei burocrati».
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