L’assessore al Patrimonio risponde alle affermazioni degli occupanti abusivi, ‘avremmo voluto salvaguardare quanto di buono da voi fatto, siamo finiti in mezzo a una guerra di religione’.
L’assessore al Patrimonio del Comune di Catania Giuseppe Girlando, ha risposto con una nota alle affermazioni degli occupanti dell’ex teatro Coppola.
‘Fa riflettere il fatto ‘ scrive Girlando nella nota – che la risposta di coloro i quali si definiscono operatori culturali, pur vestita della filosofia della ‘disobbedienza civile’, non differisca, nei toni e nei temi, dall’autodifesa dei parcheggiatori o degli ambulanti abusivi. Sorprendono, nella sorta di summa politico-filosofico-religiosa inviata alla stampa, non tanto l’autoincensamento e l’autoreferenzialità, quanto la scelta di mantenersi senza volto e senza nome e soprattutto l’esaltazione dell’illegalità o quantomeno della consolidata filosofia che le regole vanno applicate solo per gli altri.
Concordiamo anche noi che, in questo caso, la legalità viene ridotta a “tappeto bisunto”.
Per il resto, quella degli anonimi occupanti ha i toni di una dichiarazione di guerra all’universo mondo condita di accuse generiche, ovvietà e qualche clamorosa sciocchezza. Come la favola del ‘deposito di sterco per il quale avete stanziato 225.000 euro dei quali non si sa più nulla’. La leggenda metropolitana deve essere nata da un vecchio progetto dell’Amministrazione Scapagnini mai andato in porto e per il quale non era stato stanziato il becco di un quattrino. Per forza non se ne sa più niente: è rimasta solo sulla carta.
Comprendiamo poi che l’arte e l’arte, ma bisogna comunque confrontarsi con ‘utenze, permessi di vario tipo, Siae, tasse di smaltimento rifiuti, limiti di decibel e controlli’ che definire ‘selvaggi’ mi pare francamente eccessivo. E ci sarebbe da chiedersi cosa pensino gli onesti imprenditori catanesi dello spettacolo della frase degli occupanti che dichiarano: ‘è praticamente impossibile gestire una sala nel rispetto delle regole. Un incubo farlo senza contributi’.
Anche il richiamo ai contributi, a nostro avviso, è significativo.
Concludendo, con il nostro “patetico paternalismo” avremmo voluto salvaguardare quanto di buono fatto dagli occupanti, agendo, con responsabilità, per recuperarlo.
Ci dispiace dover constatare che siamo finiti in mezzo a una guerra di religione.
Noi, continueremo ad agire nell’interesse di tutti i Catanesi.
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