Catania, Diritti segreteria: Direzione Attività produttive su rilievi Confcommercio

La Direzione Attività produttive del Comune
di Catania ha risposto ai rilievi mossi da Confcommercio con una nota sui
diritti di segreteria.
 ‘È curioso ‘ scrivono i responsabili della
Direzione – che l’organizzazione dei commercianti si sia accorta soltanto adesso
che tra le varie misure del Piano di rientro finanziario approntato dalla
precedente Amministrazione e approvato dal Consiglio comunale di Catania nel
febbraio del 2013, ci fossero anche ‘balzelli che sanno tanto di antiquato e
borbonico come i diritti di segreteria’. Nella loro nota si
sostiene inoltre che, poiché talune forme di commercio sono soggette soltanto a
Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) meglio sarebbe stato
esentarle dal pagamento dei diritti di segreteria. Si dimentica però che queste
dichiarazioni comportano comunque costosi controlli dopo l’apertura
dell’attività. Inoltre le Scia giungono nei nostri uffici, in gran parte,
incomplete. Si dovrebbe dunque provvedere a rigettarle e chiudere l’attività. Ma
proprio nell’ottica di sostenere il commercio, l’Amministrazione ha finora
preferito avviare un dialogo, spesso lungo e articolato, con l’imprenditore. A
suon di raccomandate che costano mediamente 20 euro per ogni pratica. Costi
finora pagati esclusivamente dai contribuenti’.
 ‘Non risulta, infine ‘ continua la nota della
Direzione Attività produttive – l’esistenza di Comuni che fanno pagare ‘diritti
simbolici’ per le operazioni di segreteria: i costi, anzi, sono spesso di molto
superiori a quelli catanesi. Tanto per fare qualche esempio nelle due città più
vicine, a Messina una normale Scia costa non 70 ma
100 euro oltre a un supplemento in base alla superficie, e a Siracusa la Scia
per la somministrazione di alimenti costa 150 euro contro i 100 di
Catania’.