Catania, Castello Ursino: una ‘Natura Morta’ di Ascione torna a nuova vita
‘Natura morta con uva, pesche, anguria’, un quadro importante del pittore seicentesco di scuola napoletana Aniello Ascione sarà presentato al pubblico, al Museo Civico Castello Ursino, venerdì 25 ma…
di redazione
‘Natura morta con uva, pesche, anguria’, un quadro importante del pittore seicentesco di scuola napoletana Aniello Ascione sarà presentato al pubblico, al Museo Civico Castello Ursino, venerdì 25 maggio alle ore 18, dopo il restauro curato dal Lions Club Catania Bellini. Alla cerimonia di presentazione parteciperanno il sindaco Raffaele Stancanelli e Marisa Barbagallo, presidente del Lions Catania Bellini. Saranno presenti anche il restauratore del dipinto Raimondo Ferlito, la storica dell’arte Francesca Paterniti, il responsabile della Direzione comunale Cultura Augusta Manuele e Anna Quartarone, funzionario responsabile del Castello Ursino. La tela di 1,25 metri per 1.76, raffigura una ‘cascata’ di frutta le cui forme, colori e luci, grazie a un accorto ripristino, sono tornati a nuova vita e presenta una curiosità: una doppia firma, probabilmente apposta due volte da Ascione perché fosse più visibile. ‘Siamo particolarmente lieti- ha detto Stancanelli – di questo felice esempio di mecenatismo offerto dalla società civile che si è impegnata a recuperare un bene culturale, rendendolo disponibile nella sua bellezza originaria a tutti i cittadini senza oneri per il Comune. Mi piacerebbe che questo fosse l’inizio di una strada, quella dei recuperi artistici, che anche altre organizzazioni potrebbero percorrere per restituire alla collettività risorse d’arte finora confinate all’oblìo’. Il restauro effettuato e ultimato nell’arco di tre mesi dal professore Restivo, docente del liceo artistico di Enna, è stato anche l’occasione di effettuare laboratori ‘live’ per circa 20 scolaresche di Catania e provincia che hanno seguito gli interventi dei tecnici specializzati. La natura morta di Ascione, che fu allievo di Giovan Battista Ruoppolo, fa parte della collezione dei Padri Benedettini, in larga parte ospitata al Castello Ursino e acquisita nel 1868 con la confisca dei beni ecclesiastici da parte dello Stato.